martedì 22 settembre 2020

Il cuore, la vita, il discernimento.

Proverbi 21,1-6.10-13 e Luca 8,19-21

Il libro dei proverbi che leggiamo oggi, è come una successione di perle preziose, ciascuna descrive e rappresenta un universo della vita.

Il cuore come spazio dei sentimenti, dell'agire e della presenza di Dio.
Il discernimento come arte di vedere oltre la superficialità, di ascoltare i rumori di sottofondo e di dare una indicazione secondo verità al nostro esserci quotidiano.
La varietà dei proverbi, non si ascrive alla casualità o a frammentazione, ma vuole esprimere la varietà delle situazioni; l'una accanto alle altre, esse rappresentano la trama della vita. La nostra vita non può non fare riferimento alla sua capacità inclusiva. Ogni esclusione rappresenta una degenerazione esistenziale, una emarginazione e una estraneizzazione da "mistero" che è di per sè ricco, vario e molteplice.
A volte questa molteplicità e varietà spaventa, al punto che il senso religioso si deforma e si trasforma in filtro selettivo, che esclude e irrigidisce il rapporto con la realtà. Ma questo non rappresenta più il senso religioso, cioè un sentimento di attrazione e percezione del mistero ma diviene semplicemente una formalità sacrale che inibisce la libertà personale e la ricerca del mistero.
La sapienza dei Proverbi - ben altra cosa dalla sapienza pratica contadina - ci avverte che tutto l'uomo nelle sue possibilità è anche lui mistero e sacralità, ed è a sua volta manifestazione e rivelazione del mistero di Dio a cui appartiene.

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