lunedì 7 settembre 2020

1 Corinzi 5,1-8 e Luca 6,6-11
Che cosa possiamo fare a Gesù?

Corromperemo uno dei suoi che lo tradirà e ce lo consegnerà, lo cattureremo e da quel momento faremo di lui ciò che vorremo. Lo inchioderemo a una croce e lo faremo morire come prescrive la Legge, per tutti coloro che non rispettano la legge di Mose ...
Lo metteremo in croce il giorno prima del sabato, così vedremo chi è Signore del Sabato?
Forse è questo il pensiero che è passato per la mente degli scribi e dei farisei. Un pensiero che sarebbe stato la loro vendetta, e anche il modo di riappropriarsi della legge e di tutti i precetti, per imporli a tutto il popolo. Il Sabato è sempre più lo spazio del silenzio e del riposo di Dio; l'uomo nella sua solitudine e nella sua aridità, che lo rende paralizzato, si trova al centro del Sabato; su di lui lo sguardo di Gesù... Dalla croce il Signore vede l'orizzonte all'orizzone la sera e già le prime luci del Sabato, e anche il protagonista di questo "Sabato": l'uomo.
"Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?" Quel Sabato, come in ogni Sabato, il silenzio si riempie dello sguardo di amore e misericordia di Dio, e l'aridità dell'uomo viene toccata e redenta. La salvezza, il bene, il dono della vita, si sprigiona nel sabato. Il riposo di Dio non è certo inattività e immobilismo, ma pieno compimento dell'opera della creazione: la gioia della salvezza. È con questa consapevolezza che dobbiamo vivere il nostro "giorno del Signore", cercando il contatto con Gesù, e liberando il cuore da tutto quel "fariseismo" che è la nostra aridità.

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