venerdì 11 settembre 2020

1 Corinzi 9,16-27 e Lc 6,39-42
Vedere bene ...

"... e allora ci vedrai bene per ..."
Anche le parole di questo Vangelo, risuonano come già conosciute, come anche il ricorrere continuo in un giudizio impietoso sulle pagliuzze altrui e giustificativo, se non addirittura incurante delle travi che portiamo in noi.  
Gesù, si augura che il suo discepolo sia ben preparato, quindi all'altezza dell'insegnamento del maestro ... Obiettivo quindi è il "vederci bene!"
Esiste una cecità che è fatta di giudizi sui nostri fratelli, al punto che il volto dell'altro sparisce, vene completamente occultato, ma non solo, diviene impossibile vedere oltre il giudizio, spesso impietoso, che abbiamo formulato.
Un discepolo cieco, chi potrà mai condurre nella via del maestro, se la via stessa è il suo luogo di inciampo?
Ciascuno di noi, alla luce del Vangelo, può nel desiderio e nella volontà poter vedere bene. Vedere la nostra fragilità come una occasione di conversione e di esercizio della misericordia. Vedere da dentro, e vedere dentro di noi, questo esercizio di introspezione corrisponde alla vita spirituale, alla preghiera, alla meditazione e alla lettura quotidiana delle esperienze alla luce di Gesù. È da questo modo di vedere che le travi diventano pagliuzze, non impossibili da portare, e soprattutto non si trasformano in giudizi senza appello, che fanno tanto male sia a chi li esprime, sia a chi li riceve.

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