giovedì 3 settembre 2020

1 Corinzi 3,18-23 e Luca 5,1-11
Un Cristo abbondante ...

Come nella moltiplicazione del pane e e dei pesci, il segno passa dalle mani di Gesù a quelle dei discepoli, e sono proprio questi i primi testimoni dell'abbondanza che basta a saziare tutti, così nella pesca miracolosa, sono sempre i discepoli, in particolare Pietro e i suoi soci, Andre, Giovanni e Giacomo, a vedere con i loro occhi come quella pesca riempie le barche oltre ogni aspettativa e ogni possibilità.
È importante che chi segue Gesù viva l'esperienza che Gesù "riempie", "sazia", "porta a pienezza" prima di tutto la vita stessa del discepolo, di colui che sceglie la sequela di questo maestro di Galilea.
È solo questa comprensione del mistero che permette di legare a Lui ogni aspettativa, ogni desiderio, ogni attesa e soprattutto di percepire il mistero di Gesù come il "Figlio del Dio vivente"! L'abbondanza suscita lo stupore in tutti i pescatori delle due barche:"Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone".
Lo stupore non solo di fronte al numero impressionante di pesci, ma soprattutto di fronte a Gesù. Ma chi è questo maestro, che attrae gli uomini, come attrae i pesci?
Come oggi ciascuno di noi può rileggere questa pagina vangelo? Come le sue parole sono causa di abbondanza?
Provo a percepire una provocazione a una certa inerzia che oggi vive la Chiesa, come anche le singole comunità. L'inezia a causa di una pesca (pastorale) faticosa e senza esito: "abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla". Una esperienza aggravatasi anche in questo tempo di epidemia virale. Ma sembra proprio questo lo spazio in cui Dio agisce; cioè Dio opera nello spazio della nostra resa: "I pescatori erano scesi e lavavano le reti"!
È questo lo spazio di fragilità nel quale Dio prende l'iniziativa è diviene il protagonista di ogni abbondanza: il progetto di salvezza non esaurisce la propria possibilità redentiva.

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