domenica 20 settembre 2020

Il regno dei cieli è simile ... come pensa il padre

Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20-24.27; Mt 20,1-16

Il Lockdown è questa epidemia virale hanno cambiato molte delle nostre prassi e abitudini, ma soprattutto si sono modificati i programmi futuri e i progetti. Parole come distanziamento, mascherina e igienizzazione sono entrate improvvisamente nel lessico e nella quotidianità condizionando vita lavorativa e sociale, ma anche il senso religioso, la vita sacramentale e pure la responsabilità per la "Vigna del Signore". Fino a ieri, questo Vangelo rimandava a una sollecitudine alla responsabilità e alla gratuità del servizio, lasciando trasparire l'originaria volontà di bene del Padre; oggi per tanti non è più così ... Il distanziamento sociale è diventato anche freddezza spirituale; la mascherina che mettiamo in volto è diventata anche un filtro di timore e paura rispetto alla umanità dell'altro. L’igienizzazione se inibisce il contagio, dilaga come una sorta di gel di indifferenza religiosa che in Italia raggiunge quasi il 50% della popolazione. Il virus dell'epidemia ci ha contagiato mettendo in crisi il senso comunitario, le tradizioni e l'appartenenza, come anche la corresponsabilità ecclesiale. Forse eravamo troppo abituati a volere a tutti i costi spiegare la Parabola come quella del Padrone che esce a chiamare operai all'alba, poi delle nove del mattino, alle dodici, come anche alle quindici e alle diciassette ...; per il quale, chi più chi meno eravamo disposti a dare la nostra opera in attesa di una ricompensa che - tutti lo avevamo capito - non sarebbe certo stata una retribuzione economica ... Ma di fronte alla realtà attuale questa spiegazione non soddisfa proprio ... Oltre al rischio di non trovare nessuno in piazza che accetti di lavorare nella vigna. Oggi dobbiamo rimettere al centro cosa è importante per il padrone della vigna: se all'inizio sembra importante la cura della sua vigna ... alla fine ciò che gli sta a cuore sono gli operai, i chiamati a lavorare nella vigna. Superando ogni logica di retribuzione il Padrone ci dice che lui vuole essere segno della generosità più che della giustizia. Prendersi cura dell'ultimo, perché il primo già gli appartiene ... In un mondo segnato dalla epidemia virale, sarebbe miope pensar alla vigna come alla Chiesa o alle nostre piccole o grandi comunità, alle nostre nicchie esistenziali. La vigna è tutto ciò che il cuore di Dio può contenere, e i chiamati sono tutti coloro che si sentono chiamati a servire la verità e a realizzare il bene dell'umanità. Oggi occorre imparare a stupirsi della bontà del padrone della vigna; la sua bontà non è un vezzo o un capriccio ma è lo stile che il padrone vuole condividere con i lavoratori, e che spera, che a loro volta anche i lavoratori vivano tra di loro. La parabola impone una nuova prospettiva di sguardo sulla realtà, il passare realmente e non con finzione, dagli ultimi ai primi, cioè avere nel cuore che siamo "Fratelli tutti". La realtà ci sprona per un cambio di mentalità che è frutto di un esercizio che ci coinvolge tutti; occorre che ci chiediamo se vogliamo vivere in modo ordinario oppure vogliamo essere lo straordinario di Dio …

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