venerdì 9 ottobre 2020

Il demonio e le condizioni di male

Galati 3,7-14 e Luca 11,15-26

Leggendo il capitolo undicesimo di Luca si ha l'impressione di un crescendo ma non positivi, ma contorto. Dall'iniziale "insegnaci a pregare" giungiamo allo scontro con i dottori della legge e con i farisei che cercano qualche pretesto per Gesù.
Una realtà che si complica e che mette in evidenza quelle strutture di peccato che si contrappongono al regno di Dio, che viene. Nella preghiera insegnata da Gesù - al Padre - è riconosciuto il"venire del suo regno"; un venire o divenire storico del mistero di salvezza. Il regno entra in relazione con la vita degli uomini, manifestandosi nella liberazione dal male, nel contrapporsi al maligno. L'impressione è proprio quello di uno scontro, di una lotta, di una battaglia! Sfuggendo una lettura anacronistica, il male, rappresentato dalla presenza e dalla figura del demonio, e dallo spirito impuro, segna pesantemente la vita dell'uomo, occupandone lo spazio esistenziale e distraendolo dal desiderio di bene e dalla verità, al punto che la conduzione dell'uomo peggiora di male in peggio. La venuta del regno evidenzia la pericolosità del male presente. Non possiamo abituarci al male, e non dobbiamo neppure scandalizzarci dei moderni farisei e dottori della legge, anche all'interno della chiesa. Gli scandali, in cui anche la Chiesa oggi inciampa, sono inevitabili, perché sono l'evidenza di un male che coinvolge le coscienze, occupandole e generando l'autosufficienza da Dio. Il regno che viene è invece vicinanza di Dio che libera la memoria, riconducendo al fascino dell'innamoramento per la fede. Infatti la nostra liberazione dal male non sarà mai solo frutto di un impegno morale ma del riemergere originario della fede libera in Cristo Gesù.


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