giovedì 29 ottobre 2020

La volpe e la chioccia.

Efesini 6,10-20 e Luca 13,31-35

Il mondo è popolato da volpi; volpi come Erode Antipa che lo vorrebbe vedere morto. Gesù sperimenta l'ostilità, le complicità i sotterfugi. Percepisce la gravità delle situazioni, ma ugualmente riconosce che il mistero di Dio Padre rimane nella realtà creata. È questa certezza che Gesù esprime guardando la realtà, contemplando la città di Gerusalemme e prendendo parte alla vicende della vita quotidiana. La volpe di Erode è l'uomo nella sua "furbizia", nel suo arrivismo, e nel suo sostituirsi al creatore in tutto ... Al punto che cresce l'indifferenza per la Profezia, e l'esodo per gli inviati di Dio. Gesù vive il dramma esistenziale di percepire la forza di Dio nella realtà creata, e insieme, tocca con la sua umanità la ribellione che diviene uccisione dei profeti e lapidazione di coloro che sono inviati.
La chioccia, che raccoglie per proteggere, sotto le sue ali i pulcini, diviene il simbolo del coraggio fino al sacrificio della vita pur di difendere e custodire i suoi figli. Un simbolo non fine a sé stesso, ma per ricordare che la salvezza opera nonostante tutto e opera anche di fronte alle volpi; la chioccia non viene mai meno al suo ruolo.
A volte di fronte alla devastante razzia delle volpi, occorre restare saldamente sotto le ali della Chioccia, fintanto che, passato il pericolo, riconosceremo il tempo di colui che è il "Benedetto".


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