domenica 4 ottobre 2020

Oltre la cruda realtà ... La pietra angolare!

 Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43

Già domenica scorsa, la possibilità di essere sostituiti da prostitute e peccatori, non credo sua piaciuta a molti, ma d'altronde non lo affermo io, ma lo dice Gesù, e ciò accade di continuo nella vita della Chiesa. La Chiesa nasce infatti dalla conversine di pubblicani, peccatori e prostitute ... Perché loro alle parole del Vangelo hanno creduto e hanno scelto il Vangelo come ideale di vita.
Oggi la parabola della vigna e dei vignaioli omicidi, nella sua ricca e drammatica suggestione ci richiama:
1) all'amore di Dio per la sua vigna: il suo popolo, tutto ciò che ha creato, e anche la Chiesa, quella del suo figlio: "La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini ...";
2) al nostro amore per la vigna del Signore. Come io mi sento coinvolto nel curare e custodire la vigna.

A) "... Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono". Che strano prendersi cura della vigna è questo!
B) "Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo". 
C) "Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Se chi ha ricevuto il compito di prendersi cura della vigna, disattende al suo incarico, fino a trasformarsi in cinico omicida ... Che cosa può accadere? La vigna griderà fino al cielo la sua disperazione.
Di fronte a tutto questo, di fronte a ciò che oggi accade e di cui siamo in parte spettatori e insieme in parte protagonisti, l'unica via di uscita da una situazione troppo ingarbugliata è essere fedeli a quell'amore che Cristo da sempre ha messo in campo per la sua Chiesa. Questo amore è il modo di prendersi cura della vigna.
Oggi ciò che viviamo, ci richiama ai momenti tristi e cupi della storia della Chiesa, e potrebbe lasciarci nello scoraggiamento generale e nella triste disperazione di chi sente tradite tutte le sue attese. Ma proprio da questa realtà così avvilente possiamo capire come è diverso Dio, che ricomincia, dopo ogni tradimento, a mandare ancora servitori, altri profeti, infine suo Figlio; che non è mai a corto di sorprese e di speranza: "che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna, che io non abbia fatto?" Io, noi siamo vigna e anche la delusione di Dio, e lui, contadino appassionato, continua a fare per me ciò che nessuno farà mai.
In questo ricominciare di Dio, c'è il superamento della logica stringente della parabola, quella della giustizia e della strage dei vignaioli disonesti. In realtà Dio che cosa farà?
Il progetto di Dio non si concluderà con un fallimento, ma con una vigna viva e una ripartenza fiduciosa: per questo Gesù, fiducioso nell'amore del Padre può dire: "... il regno di Dio sarà dato a un popolo che ne produca i frutti".

La vigna darà il suo frutto, perché c’è ancora chi saprà difenderla e farla fruttificare. Ci sono, stanno sorgendo, nascono dovunque, e lui sa vederli, vignaioli bravi che custodiscono la vigna anziché depredarla, che servono l’umanità anziché servirsene. La vendemmia di domani sarà più importante del tradimento di ieri.

Nessun commento:

Posta un commento