domenica 18 ottobre 2020

Oltre ogni logica di restituzione ...

 Is 45,1.4-6; Sal 95; 1 Ts 1,1-5; Mt 22,15-21

 

Dopo aver ascoltato le parole del Vangelo, ed aver fatto riemergere i vari commenti più volte ascoltati, non verrebbe forse da dire: "Ciascuno appartiene all'immagine a cui vuole assomigliare ... "

Un primo livello di lettura del Vangelo ci porta immediatamente a contrapporre "Cesare e Dio", è il tranello che Erodiani e Scribi e Farisei, abitualmente nemici, ora insieme stanno tessendo ai danni di Gesù: da che parte stai ...

Questo tranello oggi porterebbe a schierarsi o con la civiltà globale, atea, indifferente al mistero, e fondata sulla finanza e il profitto, oppure con un Dio ormai antico ... e residuale della memoria di un uomo che perde giorno dopo giorno il contatto col mistero della sua vita.

Gesù nel Vangelo passa oltre la contrapposizione e parte da ciascuno di noi come il soggetto che tutto ha ricevuto; l'uomo è il vertice di tutto ciò che esiste, è il fine ed è il compimento ... Bene, dice Gesù, questo uomo che tu sei a chi deve la sua vita ma sua esistenza a Dio che è un Padre o a Cesare che è la Globalizzazione e la ricchezza?

A chi ti restituisci, a chi rendi ciò che hai ricevuto?

A questo punto la domanda di Gesù risuona in noi e risuona come chiamata alla nostra personale vocazione di figli di ... di colui a cui apparteniamo!

Quindi ciò che dobbiamo avere chiaro è: Noi a chi apparteniamo?

Noi siamo fatti ad immagine di Dio, a lui apparteniamo! Questa è la nostra risposta! Non solo restituiamo a Dio il dono di noi stessi e della nostra vita, ma riconosciamo non un debito ma l’appartenenza.

Ed è questa appartenenza che da pienezza a tutta la nostra vita da discepoli. Chi ha ascoltato Gesù ha certamente capito che in ballo c'era molto di più di un semplice pagare o non pagare delle tasse, ma ieri come oggi era in gioco l'appartenenza del cuore ...

Dire a chi appartengo significa dire chi abita il mio cuore, i miei desideri, le mie attese e speranze. Significa dare un volto alla realtà e darle forma secondo una Parola che non è solo nostra, ma è parola umana che diviene parola di Dio che agisce con noi nella storia.

Quale è il problema del dare a Dio noi stessi, cioè ciò che è suo? Ciò che gli appartiene?

"... restituire dunque ciò che è di Dio a Dio", supera il restituire qualcosa!

Ecco che il restituire non si esaurisce nel rendere qualcosa ma nel darci a lui totalmente. Questo sconvolge ogni nostra visione della vita e della realtà!

Ma perché dovrei restituirmi a Dio?

Prima di tutto perché non mi appartengo, "il Signore ha dato, il Signore ha tolto" ...

Essere di Dio, restituirsi a Lui non è né facile né immediato; Scribi, Farisei ed Erodiani, non lo hanno voluto fare e neppure lo concepivano.

Ci si restituisce a Dio ogni giorno, cercando di lasciare che il Vangelo ci dia forma secondo la Parola di Cristo; ecco che ci si restituisce agendo con misericordia; ci si restituisce confidando e affidandosi alla forza di Dio che è il suo amore. Quando avrò finito di restituirmi a Dio, non temerò più nulla, ma avrò anche finito i miei giorni sulla terra. Ma alla fine della restituzione, allora, mi sarò completamente ritrovato.

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