mercoledì 7 ottobre 2020

Il Padre di tutti ...

Galati 2,1-2.7-14 e Luca 11,1-4


A pochi chilometri da Gerusalemme, sulla strada che saliva da Gerico, c'è il villaggio di Betania. Gesù più volte ha percorso quella strada e molte volte si era fermato nella casa di Lazzaro, Marta e Maria. Spesso Gesù, quando era ospite dell'amico Lazzaro, saliva verso Gerusalemme e si fermava in cima al Monte degli Ulivi a pregare. in Cima al monte, anche oggi ricordiamo in una grotta l'insegnamento del padre nostro. Il Vangelo di oggi, ci riporta ad uno dei momenti di preghiera di Gesù. Ora, inaspettatamente il Vangelo fa emergere la domanda dei discepoli:"Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Al di là delle motivazioni che conducono a questa domanda (imitazione di Giovanni Battista; fatica del pregare ...) l'evangelista riporta come dalla preghiera di Gesù fuoriesce anche la nostra preghiera. È lui infatti che ci insegna a pregare. La preghiera ha una direzione, non è semplice risonanza interiore o richiesta rivolta a un Dio: nella preghiera Gesù si rivolge al "Padre". Gesù insegna questo atteggiamento iniziale: il Padre è il riferimento primo della preghiera. ll Figlio, il discepolo si mette in relazione al Padre, in dialogo, in contemplazione, in ascolto del Padre.

La preghiera descrive il proprio questo stile: pregare è mettersi alla presenza non di una ignota divinità onnipotente ma del Padre. È questa la comprensione che Gesù vuole condividere e comunicarci. Se avessimo inventato noi il "Padre nostro", forse avremmo iniziato con un "Dio onnipotente ed eterno, il tuo nome è santo e benedetto sopra ogni cosa per tutti i secoli ..." 
Mentre la semplicità delle parole di Luca ci conducono all'intimità di un dialogo, di un sussurrare di Gesù al Padre ...
Padre, il tuo nome è santo (ineffabile); il tuo amore (il regno) si avvicina con potenza; il tuo pane è per noi pane di tutti i giorni ..., prenditi cura di noi ..."

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