mercoledì 21 ottobre 2020

Una attesa bella e responsabile

Efesini 3,2-12 e Luca 12,39-48 

Diversamente da scribi e farisei, che vivono una religiosità di apparenza, e che gestiscono il culto come professione, Gesù vuole che i suoi discepoli, tutti, siano figli dell'attesa. A pensarci bene tutta la vita di un cristiano, di un battezzato è segno evidente di una attesa che conduce all'incontro definitivo con Dio Padre. Questo non in senso depressivo come una inevitabile disgrazia che incombe, ma nel senso positivo della realizzazione della promessa:"quella, che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo", cioè la saldezza eterne che è la vita in Dio. Questa prospettiva non può essere interpretata con la solita visione "funerea" che traduce il senso della fede di molti cristiani del passato e anche di molti sopravvissuti, oggi; l'attesa proposta nel Vangelo è il coinvolgimento "responsabile" ed esistenziale nel dare forma attraverso la nostra vita, al regno di Dio (la sua vicinanza nell'amore). La venuta "improvvisa" non trasformiamola in una venuta indifferente, una venuta non attesa e soprattutto lontana da noi e dai nostri desideri.


Nessun commento:

Posta un commento