venerdì 2 ottobre 2020

Un amico immaginario

Esodo 23,20-23 e Matteo 18,1-5.10

Festa Angeli custodi


Il bisogno infantile di un amico immaginario, sembra aver chiuso ogni possibilità per accogliere l'angelo custode come reale affidamento che Dio ci dà, per il cammino della vita. Tutto questo è ormai una semplice illusione, una metafora per lenire la solitudine dell'esistenza; un bisogno psicologico affettivo che cerca una sua compensazione. In realtà la relazione uomo-angelo, trova nella immagine di Esodo, una chiara espressione del modo in cui Dio interagisce con le vicende umane e personali.
Abbi rispetto ..., da ascolto ..., non ribellarti ... Tre verbi che descrivono la sostanziale criticità circa la relazione Angelica, questo fin dal suo manifestarsi.
Questo angelo, diverso quindi da Dio stesso, compare a conclusione del "codice della Alleanza" e prima dell'ingresso di Israele nella Terra di Canaan; un angelo che comunque continua le stesse azioni rivelative di Yhwh, per Israele.
Abbi rispetto della sua presenza, ovvero abbi rispetto del suo nome; "la presenza, ... il nome è in lui", sono un chiaro riferimento alla immanenza divina, e alla rivelazione del nome di Dio sul Sinai. L'ascolto implica tutta la relazione con la Parola e la vita. L'angelo non ha una sua autonomia di parola, ma è rivelatore della parola di Dio. Così pure l'invito a non ribellarsi a lui, così come spesso si ribellarono i nostri padri, e anche noi oggi. La ribellione, come insofferenza, ma anche come distrazione della vita di fronte al mistero che le appartiene. Le considerazioni, i pensieri, le riflessioni circa la festa chi oggi, non possono essere semplici memorie e nostalgie infantili, ma devono rifarsi alla presenza Angelica così come nella scrittura essa viene rivelata.

Nessun commento:

Posta un commento