domenica 19 dicembre 2021

Andiamo con Maria

Michea 5,1-4;  Salmo 79; Ebrei 10,5-10; Luca 1,39-45

 

Quarta domenica di avvento, fra sei giorni è Natale attorno a noi, nonostante i colori del covid, tutto si colora di un rosso acceso ma è una fake news perché ciò di cui si parla, ciò per cui si corre a far regali è ormai sganciato completamente della nascita di Gesù, e nulla ha a che vedere con il mistero cristiano della incarnazione.

Ma è proprio in questa realtà, distratta e scristianizzata a cui ciascuno di noi è mandato a narrare ancora la storia della salvezza; perché la salvezza non è venuta meno: il Dio di misericordia non si è rimangiato le sue promesse. Quel bambino nato a Betlemme continua oggi a essere lo stesso verbo incarnato che si lega alla nostra stessa carne, anche se distratta e in esodo dal mistero di Dio.

Come tornare ad annunciare questo mistero così “ingenuo” e così “fragile”?In questi giorni ogni pensiero va al Covid; alla vaccinazione; ai no vax; alle buste paga; all’Irpef; alle varie e attese riforme; all'Europa con le sue ormai quotidiane incursioni normative ... una continua distrazione ridiretto al senso religioso del Natale. Come possiamo ancora testimoniare il Natale di Gesù che nasce come uomo?

Il Vangelo di oggi, ci pone di fronte ad alcuni atteggiamenti necessari per vivere fino in fondo il mistero, per non lasciare scorrere queste giornate con la successione tipica di un calendario.

Prima di tutto l'immagine dinamica di una ragazza che con impazienza raggiunge la sua parente che abita vicino a Gerusalemme, percorre una strada impervia per i monti della Samaria e della giudea. Una ragazza carica di entusiasmo e di tanti pensieri, per ciò che ha appena vissuto e per ciò che da pochi giorni le è stato rivelato e affidato.

Ecco un tempo che si caratterizza per la dinamicità.

A nessuno di noi è chiesto di stare inerme a pregare; a tutti è chiesto di generare processi, di attivare le proprie energie, di rilasciare il coraggio di agire supportati dalla parola di Dio.

È tempo di ascolto, per comprendere e ascoltare ciò che accade.

Sia Maria che Elisabetta si mettono in un totale ascolto reciproco.

Dall'ascolto nasce la comprensione di ciò che accade.

Ed ecco che ascoltando l'angelo Maria si lascia completamente coinvolgere dal mistero. Ascoltando Elisabetta, riconosce in quelle parole così amicali, la pienezza di ciò che ha ricevuto.

È Elisabetta che svela e porta a compimento ciò che l'angelo ha annunciato a Maria: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?"

L'ascolto va imparato proprio a partire da questi giorni. L’ascolto di Dio, che predispone all'ascolto negli ambiti di vita è della Chiesa stessa.

Ascoltare significa oggi una attenzione particolare ai fratelli tutti, alla loro dignità e al loro calore rispetto alla mia vita.

È tempo che prepara la festa, non vi è la vive il nostro mondo, una festa fatta di consumo e di illusione. Una festa alla cui fine avrai consumato anche le motivazioni per farla e ti troverai ancora alla ricerca di altro per colmare i tuoi bisogni irrisolti. La nostra festa è gioia di una presenza, è la gioia di Giovanni nel grembo che percepisce la presenza di Gesù. È a gioia di un abbraccio vero e affettuoso un vero incontrarsi ...

Il Vangelo di oggi ci offre una pista di lettura importantissima per chiunque voglia dare un senso pieno al Natale: un abbraccio tra due donne che vivono la loro storia personale immerse nell'esperienza della fede e di Dio: la nostra storia personale immersa nell'esperienza della fede e di Dio.

Oggi, anche noi saliamo in fretta con Maria i monti della Giudea e stringiamoci in un abbraccio che ci fa partecipi del mistero donato. Un abbraccio come quello di Maria ed Elisabetta, un abbraccio per vivere bene questo Natale, nonostante tutte queste restrizioni ad abbracciare! Un abbraccio fatto di parole, di sguardi, attenzioni, dì sorriso, che esprima il desiderio si tutto il nostro bene.

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