lunedì 27 dicembre 2021

Era il discepolo "amato"

1 Giovanni 1,1-4 e Giovanni 20,2-8

Una immagine molto forte quella del Vangelo di questa mattina; ma che dobbiamo imparare a leggere in modo adeguato alla nostra vita: "Siamo  o non siamo discepoli prediletti e amati?"
Spesso abbiamo la sensazione di essere dei perdenti, di arrivare sempre secondi, di non essere mai “prescelti” per fare qualcosa di bello e straordinario anche nella vita di fede. Non ci sentiamo adeguati nel rivestire i panni di Giovanni, che corre al sepolcro per primo. 
Ma la fede in Dio non è una gara. Non esiste privilegio ma diversità di vocazione, non esiste primato se non nel servizio e nella testimonianza fedele delle parole e della volontà stessa di Dio. Allora essere prediletti, prescelti, amati, non è un privilegio, ma la è condizione di ciascuno, amati in modo proprio, prescelti uno ad uno ... Esiste una unicità personale che nasce proprio nell'amore per ciascuno.
Questo è vero, pur senza negare la dimensione umana della scelta e della preferenza.
In un certo modo di educare, questa scelta personale verso qualcuno è stata spesso discriminata come negativa, non aperta all'amore verso tutti ... Forse abbiamo esagerato nell'idealizzare l'amore di Dio per ciascuno. Certamente la nostra umanità è capace di concretizzare l'amore per qualcuno, e questo diviene condizione di esistenza e possibilità per dare contenuto a tutte le nostre relazioni affettive, e non per scartarne tante a vantaggio di poche. Ecco allora che il discepolo Amato è il riscatto della nostra fragilità, è il segno di una possibilità insperata: siamo amati da Gesù in modo unico e personale, tutti uno per uno.

 

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