sabato 11 dicembre 2021

Non ci sarà un altro Elia profeta

Siracide 48,1-4.9-11 e Matteo 17,10-13


Dopo la trasfigurazione sul monte, i discepoli scendono insieme a Gesù, il clima è abbastanza acceso, tutti sono molto suggestionati da quanto vissuto. Le domande sono molte, gli interrogativi si intrecciano e si rincorrono. Citando Malachia 3,23 («Io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore»), i discepoli pongono una domanda sulla misteriosa figura del profeta Elia e sul suo ritorno, così come insegnato dagli scribi. Il Messia, nella fede comune del popolo non è pensato nei termini che Gesù propone - «... Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro» - da qui è illuminante risposta del Signore che, senza nominarlo, ricorda la vicenda di Giovanni Battista. E’ lui l’Elia che “deve venire” e che “ristabilirà ogni cosa”. Una tesi sostenuta anche da certi testi apocrifi come  il Libro di Enok. Dunque, se Giovanni Battista ha già raffigurato il ritorno di Elia profeta come precursore del messia, possiamo già intuire che siamo già entrati in quel compimento della storia che è la "fine", e il dono dei cieli nuovi e della nuova storia sono già presenti; la Croce è il grembo dell’annuncio evangelico della vita nuova dei figli di Dio.


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