sabato 18 dicembre 2021

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Geremia 23,5-8 e Matteo 1,18-24


Una bella pagina del Vangelo che spesso meditiamo con uno speciale "focus" su Maria, ma non è secondario neppure lo sguardo che possiamo accendere su Giuseppe. Infatti Giuseppe diviene determinante nel realizzare la salvezza che viene donata attraverso quel bambino. Anche a Giuseppe è chiesto di avere fede, di fidarsi ("Giuseppe non temere"); anche a Giuseppe è chiesto di accettare un dono ("...ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù"); a Giuseppe in modo unico è chiesto di ripensare tutti i suoi progetti e riordinarli in ragione di una proposta inaudita, ma di Dio.
Perché Dio sconvolge la vita di questo giovane uomo? Perché Dio non realizza la salvezza accompagnando semplicemente la vita dell'uomo, lasciandolo nella sua determinazione? 
Credo che le parole di Sant'Agostino siano ancora attuali: "chi fece te senza di te, non ti salva senza di te". Possiamo scorgere una fedeltà di Dio alle profezie che hanno accompagnato l'attesa del mistero dell'incarnazione: "Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi", sembra esplicito il vincolo di Dio per realizzare in se stesso l'essere il "Dio con noi". Questa particolare prossimità implica un totale coinvolgimento di Dio e nostro.

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