lunedì 6 dicembre 2021

Gesù non agisce per istinto, nulla è a caso ...

Isaia 35,1-10 e Luca 5,17-26


Il capitolo quinto di Luca è estremamente denso di situazioni e avvenimenti; di esplicite chiamate vocazionali dei discepoli; di insegnamenti e guarigioni. Tutto è strettamente connesso alle parole di Gesù, tutto il suo agire è capace di tradurre concretamente le sue parole; potremo dire che la parola si fa carne e mette in evidenza come il figlio stesso di Dio, fatto uomo esprime questa condizione che è fonte di meraviglia.
La vocazione è pienezza di vita; la purificazione di un lebbroso è rigenerazione della vita, quasi come la risurrezione della nostra esistenza; la guarigione di un paralitico diviene concretamente segno della misericordia e del perdono. Tutto questo è fonte di meraviglia e di stupore ... Dio si prende a cuore la nostra fragilità, si prende a cuore la necessità di realizzarci e il nostro desiderio di vita. Nel particolare della guarigione del paralitico veniamo messi di fronte alla conseguenza del nostro limite, non per una accusa morale, ma per farci capire che il peccato rappresenta una vera paralisi, un vero impedimento nel nostro cammino esistenziale. Il segno della guarigione operata da Gesù, coincide con la misericordia e la grazia di rendere l'uomo libero dal limite e capace di vivere secondo la Parola ascoltata, condizione preclusa dal peccato. Mentre diviene sempre più evidente e determina che è l'amore di Gesù che corrisponde al desiderio del nostro cuore, al desiderio di libertà e di riconciliazione con Dio e tra di noi.

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