domenica 12 dicembre 2021

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare

Sof 3,14-18; Sal Is 12;Fil 4,4-7; Lc 3,10-18

Un Vangelo particolare, quasi il racconto parallelo al vangelo di come le persone attorno a Gesù stavano agendo in attesa di un incontro straordinario, quello appunto con il messia; inconsapevoli che il messia atteso sarebbe stato proprio lui ... Gesù.
C'è fermento nell'aria, c'è attesa e speranza ...
Era questo il clima in Galilea in quegli anni e Giovanni il battezzatore, si trova al centro di quella attesa e si scopre anche come l’attivo protagonista della profezia, cioè non della visione illusoria che incarna le nostre fantasie, ma quella profezia vera che è parte dal discernimento della vita e delle scelte che siamo chiamati a fare.
Ed ecco che da lui vanno in molti a chiedere consiglio, a chiedere di rimettere ordine nella loro vita, a chiedere quel battesimo di conversione che rappresenta un vero e proprio nuovo inizio.
Che vita dobbiamo fare? È questa la domanda che tutti rivolgono a Giovanni ..., È una bellissima domanda, perché mette in evidenza un desiderio di coinvolgimento e di "fare", per il regno dei cieli. Le risposte di Giovanni arrivano anche a noi, perché vanno a toccare il nostro agitarci tra gioia e timore in queste settimane, coinvolgono Cristo, cioè il suo venire in questo nostro mondo!
La gente, i pubblicani, i soldati ... Esprimono la condizione che noi stessi viviamo nel tempo di attesa, a volte con la pretesa di una risposta immediata e semplice, ma invece questo tempo ci interroga profondamente: Come investo questo tempo? Come lo riempio? Come lo impiego?
Giovanni ci insegna a vivere la pazienza nel tempo dell'attesa ...
È l'atteso infatti che detta tempi, modi e momenti del suo venire del suo manifestarsi; è come il tempo di una donna in gravidanza ... Lei può sperare, desiderare, progettare ... Ma i tempi di quella nascita del venire alla luce dipendono proprio solo da colui che è atteso ... Da colui che deve nascere ...
Tutti noi siamo dentro questo tempo, nel quale il compimento dipende tutto da Gesù, cioè da colui che è il più forte; da colui che immerge nel fuoco dello Spirito; da colui che ricapitola in sé la pienezza di giustizia e di verità.
Giovanni il battezzatore ha per tutti una risposta adeguata alla domanda: "Cosa devo fare?"
… E risponde con estrema concretezza:
- condividere con i fratelli ciò che possediamo nella vita, vestiario, cibo ...;
- non avvantaggiarti a scapito dei tuoi fratelli ...;
- non cercare soddisfazione, cioè non violentare, opprimere, possedere il tuo fratello ...;
Per Giovanni è la relazione con l'altro, con il fratello che diviene il cuore nella conversine, e che accompagna lo stile di vita di chi va incontro con colui che viene, al Figlio dell'uomo.
Ma oggi, noi dobbiamo andare anche oltre le risposte di Giovanni.
Per noi il tempo della pazienza nell'avvento è in tempo in cui la nostra attesa si mette in ascolto del battito del cuore di Gesù! Un cuore che batte, scandisce bene il tempo dell’attesa!
Non dobbiamo solo fare delle cose, delle azioni, ma mettere all'origine del nostro agire il fare il bene!
Fare il bene – il bene va fatto -, è prima di tutto mettere in noi i sentimenti di Gesù, fare del nostro cuore il suo cuore. È lo stile della nostra vita che deve assumere i tratti della benevolenza del Signore. Questa conversione dello stile testimonia che la nostra vita ha incontrato la sua vita, che i suoi sentimenti hanno abbracciato i nostri sentimenti.
Ecco allora il vero senso del nostro avvento oggi è fare il bene! Mai stancarsi di fare il bene!
E quando fallisco; riparto proprio da quel medesimo punto, il bene che posso e devo ancora fare.
Oggi, accogliere colui che viene, significa rispolverare “l'entusiasmo”, per contrastare la “stanchezza” che a volte assale e ci impedisce di fare il bene. È così che oggi - in questa settimana -, ci vuole Dio!

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