martedì 1 agosto 2017

Esodo 33,7-34,28 e Matteo 13,36-43
A tu per tu con Dio


"Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico". Queste parole di Esodo rappresentano un vertice che trasforma profondamente e in modo nuovo il rapporto fra uomo e Dio, riportandolo nella sua originalità: una amicizia che corrisponde da un lato all'amore del creatore e dall'altro alla possibilità di corrispondervi. Questa manifestazione e relazione fa specchio al modo in cui Dio, in Gesù vive umanamente insieme ai dodici. La semplice ordinarietà della vita garantisce una intimità amicale per cui i discepoli possono rivolgersi a Dio faccia a faccia, in Gesù, come a un amico e chiedergli semplicemente: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo".
Nelle parole di Gesù la parabola prende una consistenza oggettiva, responsabilizza i discepoli rispetto al loro ruolo circa il "regno dei cieli": il buon seme sono i figli del Regno. Un discepolo, quindi, in forza della Parola ascoltata e accolta, viene generato in figlio del Regno; e producendo il frutto necessario concorre a quella mietitura dell'ultimo giorno, per la quale tutto ritrova ordine nelle mani del creatore. In questo modo, i "figli del maligno e la zizzania" ... ogni sorta di scandalo e di iniquità, cesserà di essere una condizione penalizzante.

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