martedì 15 agosto 2017

Apocalisse 11,19;12,1-6.10 / Salmo 44 / 1 Corinzi 15,20-26 / Luca 1,39-56
Solennità di Maria assunta al cielo
Una gioia rivisitata!

Quando una donna, che aspetta di partorire, sente muoversi nel suo grembo il bambino, e si mette in dialogo con lui, esprime una gioia tutta particolare: due universi distinti che si mettono in dialogo, in relazione. Quando due donne che attendono di dare alla luce i loro figli si incontrano avviene ciò che Luca racconta nel suo Vangelo: la gioia della maternità; l'accoglienza reciproca e l'esaltazione dell'attesa di ciò che deve nascere. Ecco che scopriamo come Luca abbia semplicemente descritto la bella normalità di un incontro tra due donne, che aspettavano di dare la luce ai loro figli; quell'incontro, a partire da loro stesse è compreso alla luce del mistero di Dio che è parte della loro stessa vita, della loro stessa storia. Tutto ciò che Elisabetta e Maria si dicono, è frutto della loro relazione con il Padre e dell'avere compreso come il "mistero" le coinvolge in un "disegno" che è salvezza !
È alla luce della"salvezza" che possiamo comprendere il dogma di Maria Assunta al Cielo, così come nel 1950 Pio XII lo decretò: «Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». 
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.
A nessuno dunque sia lecito infrangere questa Nostra dichiarazione, proclamazione e definizione, o ad essa opporsi e contravvenire. Se alcuno invece ardisse di tentarlo, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli Pietro e Paolo.
La forza di questo pronunciamento è tale, non so perché impegna la fede della Chiesa, ma perché obbliga nella fede a crede in modo risoluto e senza defezioni che Maria è passata all'eternità senza incorrere nella esperienza della morte. Per lei entrare nella gloria di Dio (eternità/cielo) rappresenta il pieno compimento dell'ascolto della sua Parola. Così, come per la potenza dello Spirito ha operato in lei l'incarnazione del Verbo (concepimento di Gesù) così la stessa Parola anticipa, compiendo in lei, le grandi opere dell'onnipotente, cioè la salvezza dell'uomo e la redenzione di quanto Dio Creatore ha chiamato all'esistenza.
Smetteremo di stupirci di tutto questo, quando impareremo pure noi a riconoscere e a considerare Dio parte integrale della nostra ordinaria realtà quotidiana.

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