domenica 27 agosto 2017

Isaia 22,19-23 / Salmo 137 / Romani 11,33-36 / Matteo 16,13-20
Io sono il Cristo, tu sei Pietro (la pietra)

Ogni volta che ascolto questo Vangelo, sento profondamente quanto queste parole costituiscono l'identità profonda della Chiesa, ma anche il punto di origine delle fede.
La Chiesa non è fatta di immagini e di gossip o di Twitter o messaggi dei social network.
La Chiesa non sono i nostri progetti pastorali, le masse a San Pietro, i discorsi del Papa.
Credo che la risposta a cosa sia la Chiesa si debba proprio cercare nelle parole di Gesù a Pietro, e in ciò che anche oggi la Chiesa deve rappresentare per il mondo.
La Chiesa va amata!
Quando Gesù dice a Pietro: "tu sei Pietro e su questa pietra edifico la mia chiesa ..." é come se dicesse, Pietro, ti scelgo, sei importante per me al punto di affidare a te e su di te ciò che più amo.
Ma per amare la Chiesa occorre amare Cristo; amarlo, e non semplicemente credere in Lui, amarlo significa avere fede in Lui. Ed è proprio per generare, sostenere e nutrire la fede in lui che Gesù ti rende parte (appartenenza) alla sua Chiesa.
Verifichiamo se amiamo la chiesa?
Il punto di partenza, sembra strano ma è nell'identità dell'uomo Gesù: lui è il Cristo, così come nelle parole di Pietro: "il Cristo, il Figlio del Dio vivente".
Questa identità è la prima che i "cristo-pagani", molti dei battezzati di oggi, non sanno più riconoscere. Per questi, molti battezzati, che all'origine dell'atto di fede ci sia Gesù uomo-Dio e non una norma o un concetto culturale, non comporta alcuna differenza; in questi battezzati non si è generata la fede e non si è coltivata la "personale adesione" al Signore.
Chiamerei questo il Paganesimo Ecclesiale, cioè di quei battezzati entrati nella Chiesa in forza dei sacramenti, ma che dei sacramenti non ne vivono la grazia.
La seconda parte del dialogo, fa correre i brividi lungo la schiena, "tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".
Cosa vuol dire amare la Chiesa oggi?
Proprio perché è di Cristo, la voglio amare, perché attraverso di Lei, amo Lui.
Amare la chiesa significa vivere l'appartenenza fino in fondo, riconoscendo tutte le fragilità umane di una Chiesa che porta in sé il limite (pedofilia, devianza, scandali, ricerca del potere ecc...) non per trovare delle giustificazioni, ma per invocare la misericordia di Dio per poter essere invece autenticamente come Gesù la vuole: una forza, un'arma contro il male, la porta che si apre sul regno dei cieli.
Come non desiderarla nella sua possibilità di esserci?
Amo la possibilità inaudita che la Chiesa realizza: "quel legare e sciogliere ..."
Non si tratta di un privilegio, ma di una certezza che ciò che agisce e compie la chiesa è la porta che è posta tra celo e terra. A Pietro è data la chiave di questa porta. Ma lo straordinario è che ciò che la Chiesa può porre nel tempo si colloca nell'eternità. Questo è straordinario ... Questo è stupendo, questa è la forza del regno dei cieli.
Come non desiderarne essere parte?
Non potrei pensare me stesso senza sentirmi parte di questa Chiesa di Cristo. Fondata su Pietro. È questa originalità che mi consegna alle radici. Ma anche alla speranza certa, alla carità perfetta e all'umiltà profonda di non essere noi i protagonisti di tutto ... Ma ugualmente insieme a Pietro siamo chiamati ad edificarla, costruirla ... a far sì che sia ciò che deve essere: la Chiesa di Cristo nel mondo!

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