lunedì 15 gennaio 2018

1 Samuele 15,16-23 e Marco 2,18-22
Poiché hai rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re!

Quale è la verità è la qualità del nostro senso religioso? Anche Saul, di fronte a Samuele, giustifica il suo operato, ma la formalità del suo agire non garantisce la verità, per cui le parole di Samuele risuonano come un monito per tutti i credenti: "Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti".
Obbedienza e docilità, sono queste le qualità fondanti il vero senso spirituale, non la mera osservanza di una prassi religiosa.
Obbedienza nella sua più piena comprensione: fare e vivere ciò che si ascolta.
Docilità intesa come esperienza di chi si conforma con sollecitudine alla volontà di chi lo guida, lasciarsi condurre senza opporre resistenza.
Ascoltare il Signore, ascoltarlo come Parola esplicita del Vangelo, come voce della coscienza e lasciarsi condurre al compiere e al fare la Parola, superando le resistenze della presunzione e dell'orgoglio, superando la mediocrità dell'ipocrisia. Il vero senso religioso in questo modo costruisce e traduce la mia relazione con Dio. Il vero senso religioso rappresenta la novità quotidiana dell'essere di Cristo;  è il vino nuovo, è il superamento di ogni rattoppo.

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