lunedì 29 gennaio 2018

2 Samuele 15,13-14.30 e Marco 5,1-20
Su coloro che vivevano in terra tenebrosa, una luce rifulse!

La Galilea, terra dell'infanzia, della giovinezza e della predicazione di Gesù, assume progressivamente i connotati della "terra" di noi tutti. Si dice che in quella terra scorre latte e miele; ma è anche una terra ombrosa, toccata dal male e dalla fragilità. Quindi la promessa fatta ai padri è stata tradita? No! La promessa si rivela assolutamente vera, perché questa è la terra in cui le promesse di Dio si realizzano: la salvezza la percorre come un fiume di grazia; abbondante e dolce come latte e miele, che è il fiume della Parola di Gesù e il delizioso sapore della libertà dal maligno, dal male del peccato.
Questo fiume di grazia, la persona del Signore, è la luce che rifulse, come il profeta Isaia aveva preannunciato.
La Galilea è da Nazaret a Cafarnao, all'altra riva del Lago (mare), lambendo il territorio della decapodi; è una terra di frontiera una zona di transito dove si incontrano persone diverse per razza, cultura e religione. La Galilea assomiglia al mondo di oggi per la compresenza di diverse culture, necessità di confronto e necessità di incontro.
Anche in questo caso Gesù, ci insegna che il Vangelo è per tutti; é un lieto annuncio destinato a quanti lo aspettano, ma anche a quanti ingenuamente lo rifiutano perché non attendono più nulla e non hanno nemmeno la forza di cercare di chiedere.
Le periferie del nostro mondo non sono tanto lontane, la Galilea è periferia, ma a ben guardare passare all'altra riva significa semplicemente varcare la soglia di noi stessi.
"Uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (Evangelii gaudium, 20).

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