martedì 9 gennaio 2018

1 Samuele 1,9-20 e Marco 1,21-28
Poi fece questo voto ...

La preghiera di Anna davanti al Signore (Yhwh) è una dolce espressine di umiltà: "sono la tua schiava, non dimenticarti della mia afflizione". Anna non chiede semplicemente un figlio, ma chiede a Dio tutto ciò che il figlio rappresenta: il senso e il compimento della sua esistenza. Anna affida al Signore la piena, la realizzazione della sua vita. Anna non vuole continuare a essere una donna infelice, per cui si appella alla misericordia di Dio, perché nella fede, ella sa, che Dio opera la salvezza, di questo ne è certa!
La nostra vita, spesso, è il luogo di tante difficoltà, di tanti dubbi e afflizioni, ma proprio per questo la preghiera fatta con umiltà e non pretesa, pone Dio nella condizione di donare pace e di rivelarsi come misericordia: amore che corrisponde. Non si tratta di ottenere ciò che si desidera, ma la preghiera diviene lo spazio della consolazione di Dio, lo spazio in cui l'amore si genera e sostiene nella fede.
Nel Vangelo, Marco ci racconta cosa accadde a Cafarnao, nella Sinagoga: Gesù offre un insegnamento nuovo e ne mostra la potenza. L'evangelista Giovanni ci riferirà che - in quella stessa Sinagoga - Gesù spiega come la potenza del suo insegnamento diviene pane, cibo per la vita del discepolo, per essere "comunione", consolazione è soprattutto pienezza di vita.

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