domenica 18 marzo 2018

Geremia 31,31-34 / Salmo 50 / Ebrei 5,7-9 / Giovanni 12,20-33
Voglio vedere Gesù!

Anche io voglio vedere Gesù ... È questa la domanda che costantemente si rinnova ogni volta che celebro la Pasqua. A volte mi sembra di avere una visione più chiara a volte non riesco proprio a vedere nulla.
E così questi greci che sono saliti a Gerusalemme per la festa vogliono vedere Gesù mi sono molto simpatici, perché anche loro, prima di me, prima di noi tutti vollero vedere Gesù, e non per curiosità...
Non è curiosità, essi erano saliti per "adorare" durante la festa. Nel loro cuore è radicato un desiderio profondissimo, di prostrarsi al cospetto di Dio. È questo loro desiderio che si trasforma nel volere vedere il Suo volto.
Per me oggi vedere Gesù significa stare davanti al crocefisso e riempire il desiderio di vederlo con parole molto semplici: "Mi fido di te"!
Mi fido di te! Poche parole ... uniche!
Che cosa posso dire a un amico, a un amico vero, a chi mi ama e a chi devo amare se non: "mi fido di te!"
Ti vedo, ti vedo lí crocifisso, vedo il tuo corpo nudo, spogliato ... Quasi a dirmi che tu mi hai  dato tutto ciò che ti potevo prendere ... Anche le tu vesti ...
Vedo le tue mani e i suoi piedi trafitti dai chiodi ... I chiodi che ti tengono sospeso e innalzato sulla croce sono i miei peccati ma sono anche il mio modo di amarti e di amare, imperfetto ma che unito al tuo serve alla salvezza del mondo.
Vedo il tuo fianco ferito ... dal quale è uscita acqua e sangue ... Da te  esce la vita nuova; tu sei così la sorgente della vita di grazia, della vita battesimale e della vita che si alimenta nel sangue dell'eucaristia.
Vedo le spine che incoronano il tuo volto, esse sono insieme il segno della gloria del re, ma anche il costo dell'amore, della tenerezza donata senza contraccambio ... delle carezze date ai più piccoli ... Amare significa anche soffrire...
Vedo il tuo corpo, lo vedo come il mio, un corpo indifeso, offeso, ferito ... Il corpo di tanti malati, poveri, oltraggiati, profughi, schiavi ...
Vedo già, il corpo di un uomo che, avvolto in un lenzuolo, deposto in un sepolcro, ora è risorto ed è glorioso. Come il chicco che muore e che risorgendo produce molta vita che condivide con tutti.
Ti vedo, Signore ... e per questo ti dico "Gesù mi fido di te!" Dall'alto della Croce tu mi guardi e io ... "mi affido a te ... come al migliore degli amici".

"Nella passione redentrice del tuo Figlio, tu rinnovi l’universo e doni all’uomo il vero senso della tua gloria; nella potenza misteriosa della croce, tu giudichi il mondo e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso".
(Prefazio I della PASSIONE DEL SIGNORE)

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