venerdì 16 marzo 2018

Sapienza 2,1.12-22 e Giovanni 7,1-2.10.25-30
Non era ancora giunta la sua ora.

Tutt'altro che un riferimento cronologico, il "non essere ancora giunta la sua ora" ci immerge in una attesa di compimento che significa: precedere nel desiderio il momento della glorificazione di colui che sarà innalzato.
In questa rapida successione di situazioni: Galilea, Giudea; festa delle Capanne, salita a Gerusalemme, il Tempio ... abbiamo la possibilità di accostarci a Gesù per condividere con lui i sentimenti, le emozioni, i pensieri e le sue Parole. Innanzi tutto, nella rivelazione che Giovanni fa del Signore, appare radicata come riferimento certo è principale per Gesù, nel libro della Sapienza: la Sapienza di Dio che è Parola che si fa carne e interagisce nella storia e nelle vicende degli uomini. La prima lettura di oggi è una pagina di estrema intensità per ripercorrere l'ora oscura e luminosa della glorificazione; passione morte e risurrezione: "Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile".
Conoscere Gesù intimamente significa accostarci anche noi alla "sua ora", senza pregiudizi e senza pretese; prima di tutto occorre mettersi in ascolto di colui che lo ha mandato: "Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato ". Oggi il tempo dell'ascolto richiede uno spazio di silenzio.

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