sabato 10 marzo 2018

Osea 6,1-6 e Luca 18,9-14
Il malefico confronto!

Quando iniziò una preghiera con il "grazie" non posso proseguire con un confronto negativo! Come potrò ringraziare Dio per non essere come ... come colui che apertamente disprezzo. Ogni giorno noi ci confrontiamo con gli altri, e usiamo la misura di noi stessi per "misurare" chiunque ci passi accanto nella vita. Come siamo umani ... Come siamo fragili e anche sciocchi. Ci sembra, in questo modo, di giustificare noi stessi attraverso le pratiche "buone", o almeno ritenute tali, che facciamo. Ciò che facciamo è terribile, segno di quel peccato di origine per cui Caino misurando Abele attraverso il gradimento del sacrificio diviene omicida del fratello. 
Siamo tutti farisei e pubblicani insieme! Io non sono come quel fratello che giudico, ma dovrei - a dire il vero - proprio essere un po' umile come lui. Io non sono "ladro, ingiusto, adultere e neppure come quel pubblicano" ... ma a questo punto scopro che non sono neppure capace di quell'umiltà e sincerità che fa del pubblicano un uomo vicino a Dio, desideroso e capace della sua misericordia: "abbi pietà di me peccatore".
Impariamo che il primo grazie che dobbiamo esprimere è: battersi il petto; è il grazie per la possibilità di poter dire: "O Dio, abbi pietà di me peccatore!"

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