mercoledì 12 settembre 2018

1 Corinzi 7,25-31 e Luca 6,20-26
Passa la figura di questo mondo ...

La preoccupazione di Paolo circa la "brevità del tempo", per molti intesa come una esplicita convinzione paolina e con la persuasione comune della comunità delle origini, circa la venuta imminente del Signore, credo a ragione, si possa anche intendere come comprensione nuova del tempo rispetto alla realtà di ciò che è eterno, introdotta dalla risurrezione del Signore.
Ecco, forse alla luce di un fatto come la risurrezione di Gesù, anche certe espressioni di Paolo circa la vita famigliare assumono un significato più chiaro: tutto viene relativizzato per lasciare posto alla relazione vitale con colui che è risorto, con colui che ha riassunto in sé il tempo passato (egli rappresenta la pienezza del tempo: Galati 4) e avvicina l'uomo a Dio nella brevità della propria esistenza (salmo 89/90). Per Paolo la realtà temporale è semplice figura inadeguata a rappresentare il mistero eterno di Dio che a noi è dato di partecipare nel tempo attraverso il fatto della risurrezione del Signore.
Per noi, cristiani del terzo millennio, che hanno smarrito il senso della vita eterna e si sono radicati nel tempo come ancora di salvezza per la propria esistenza, l'anello di Paolo rischia di essere veramente incomprensibile.

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