domenica 16 settembre 2018

Isaia 50,5-9 / Salmo 114/ Giacomo 2,14-18 / Marco 8,27-35
La croce ci salva ...

Sono passati due giorni dalla Festa della Esaltazione della Santa Croce, una festa che fa memoria del ritrovamento nel 327 dC dei resti della croce del Signore in quello che oggi è luogo più profondo della Basilica del Santo Sepolcro; al tempo di Gesù una discarica dei legni utilizzati per le crocifissioni. Dal momento del ritrovamento della Croce, da parte di Sant'Elena, prosegue il ritrovamento del Santo Sepolcro del Signore e costruzione delle Basiliche principali dei luoghi Santi.
Non è una lezione di storia o archeologia che voglio fare, ma bensì partire da questo segno per capire quale è il cuore, il centro della nostra fede … perché occorre più che mai riaffermarlo … oggi spesso! Oggi che abbiamo fatto della croce un oggetto di bigiotteria e l’abbiamo svuotata di senso al punto da renderla anche un segno anticristiano, satanico.

La croce invece ci riconduce immediatamente al crocifisso, alla sua passione, alla sua morte, alla deposizione nel sepolcro e Risurrezione.
Ogni volta che abbiamo usato la croce come talismano abbiamo perso sempre tutto ... Ai Corni di Hattin (1187), in Galilea, nella battaglia contro i mussulmani, l’ultima in cui fu portata anche la reliquia della croce ... l’abbiamo persa per sempre.

Non a caso Gesù nel Vangelo di Marco dice "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà".
Gesù lega la croce alla vita; lo strumento di morte diviene identificativo della salvezza della propria vita; della vittoria della vita sulla morte e segno per indicare l'eternità.
Dalle domande "chi sono io per te", l'evangelista Marco in modo estremamente provocatorio arriva a proporci queste parole di Gesù ... Non è un caso!
Qualsiasi risposta che possiamo dare al Signore non può essere al di fuori di questa provocazione: "sei disposto a caricarti della croce rinnegando te stesso?" 
In questa nostra risposta sta anche il “chi sei tu, Gesù per me?” … diversamente Gesù non è nessuno … oppure può anche essere tutti gli altri … ma non importa niente …
Oggi cosa dice la gente di Gesù ... Dice di tutto, più di allora, possiamo dire cose vere e cose false … ma non importa ...
Non è importante raccogliere le opinioni comuni, la fede in lui non si fonda sul consenso e sulle opinioni, ma sulla scelta di vita, e oggi scelte di vita non siamo più disposti a farne, stiamo diventando incapaci, visto che le scelte richiedono stabilità e totalità: due parole aborrire dal pensiero contemporaneo.
Gesù, sempre parte dal rapporto personale dal chi sono io per te? Non cerca le parole e le risposte del caso; Gesù, cerca persone, cerca il coinvolgimento con Lui: ti chiede, che cosa ti è successo quando mi hai incontrato?
La croce è il segno della salvezza non è solo un simbolo, perché ad essa Dio che si è lasciato inchiodare.
· È come se la vita di Dio sia ora un tutt'uno con la croce.
· È come se la morte di Gesù è un tutt'uno con la croce.
· La croce è quindi manifestazione del crocifisso morto e risorto.
· La croce è sintesi del misterioso legame tra umano e divino ...
È come se sulla croce, i chiodi abbiano unito immutabilmente la nostra umanità e la divina eternità in un unico segno di amore perfetto: ecco la salvezza attraverso la croce!
Chi non si carica della croce è come se rifiutasse parte del mistero di cui umanamente in Gesù ne è già parte.
Caricarsi della croce, non è una fatica, non è una prova, non una sofferenza; caricarsi della croce è appartenere a Cristo è dirgli che lui è importante per me è; che ogni attimo della mia vita ha bisogno della sua salvezza; ogni momento della mia esistenza ha bisogno di lui e della sua vita per poter essere espressione di una fede che tende alla verità, solo così la mia umanità sarà autentica e non una cosa costruita dalle mie mani.

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