lunedì 24 settembre 2018

Proverbi 3,27-34 e Luca 8,16-18
Il riecheggiare della luce!

L'ascoltatore del Vangelo, il catecumeno, il neofita, dopo aver ascoltato è fatta propria la parola, dopo essersi sentito coinvolto nell'opera del seminatore accogliendo in sé il seme, inizia a prendersi cura di ciò che è stato seminato in Lui. Da questa prospettiva l'immagine viene immediatamente trasformata, per rivendicare la straordinaria potenza e novità che rappresenta. La parola è luce! Illumina, non può essere trattenuta o accantonata in disparte; la parola è come luce, perché faccia luce a chi entra nel regno dei cieli, cioè permetta di vedere così come vede Dio.
La parola non è un segreto per pochi iniziati, non è un culto misterico è neppure una "gnosi" di qualche casta di eletti, essa è destinata a tutti. L'ascolto della parola, non è una grazia speciale, un privilegio di alcuni, e neppure una condizione genetica di tutti; l'ascolto è più simile al "risuonare" della parola in noi: ascoltate il suo risuonare, perché in quel ritornare della parola riecheggia la voce di Dio in noi.

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