domenica 23 settembre 2018

Sapienza 2,12.17-20 / Salmo 53 / Giacomo 3,16-4,3 / Marco 9,30-37
Un pensiero stravolgente ...


È più stravolgente prendere coscienza del destino di morte del Figlio dell'uomo o è più stravolgente l'immagine del discepolo che propone Gesù?
Spesso noi ci fissiamo sull'annuncio di passione morte e risurrezione, ma ci fermiamo solo alla drammaticità dell'evento.
Forse ci servirebbe la contemplazione del crocifisso in ordine alla libertà e volontà di Gesù di consegnarsi alla morte; Gesù non subisce la morte, ma liberamente si consegna. Nella preghiera eucaristica seconda, c'è una frase che riassume questa docilità del Signore: "Egli, offrendosi liberamente alla sua passione," ... In queste parole possiamo cogliere come tutto ciò che Gesù ha vissuto si riassume in un atto di amore che ha molto di più di un carattere eroico, ma è prima di tutto un segno inequivocabile di chi ti ama, e per il solo fatto di amarti, in piena libertà, sceglie la morte per consolare con il suo amore la tua angoscia mortale.
È a partire da questo atto di amore che Gesù vuole suscitare nella vita dei discepoli, la disponibilità a seguirlo facendosi carico della croce; è da questo atto di amore che discende l'identità del discepolo.
Prendere la croce ogni giorno è seguirlo - era il Vangelo di domenica scorsa - significa prima di tutto aderire al Signore e scegliere lui, cercando ogni giorno di risceglierlo, motivandosi nella adesione della propria vita alla sua.
Questa adesione si concretizza, non può restare una teoria, non può restare astratta, per quanto bella, ma trova nelle parole di Gesù una triade di confronto
Essere ultimi ... essere servi di tutti ... tenere al centro della nostra vita i piccoli, i fragili e gli scartati, i marginali.
Essere ultimi ... Ma non solo ultimo, bensì l'ultimo di tutti. (...)
Questo è faticoso, perché in tutto ciò che viviamo sperimentano la tentazione e la pretesa di non essere ultimi ...
Essere ultimi: Ma se a fatica sopportiamo la fila, ed essere gli ultimi della fila davanti a uno sportello di un ufficio ...
Essere ultimo nel pensiero di Gesù, non è semplicemente una forma di umiltà, è essere all'origine di una catena di relazioni umane fondate sull'amore. Chi ama liberamente, senza contraccambi è ultimo, e si mette per questo all'ultimo posto, chi ama per essere riamato, o ama per contraccambio, non può stare all'ultimo posto.
Ma essere ultimo per Gesù oltre all'esperienza di amare si motiva e traduce nell'essere servo. Il servizio allora riassume per Gesù la normalità del suo modo di essere. Ogni azione è servire ... Ogni prendersi cura è servire ... Ogni accoglienza è servire ..
Il servizio - che non ha nulla a che vedere con il quotidiano svolgere delle mansioni - ci libera dall'orgoglio del protagonismo e ci introduce in quella esperienza, unica, che è essere servi come Gesù stesso, cioè dare alla propria vita un senso nel servire i fratelli.
Non è così immediato tutto questo, specialmente per le nostre mentalità, che calcolano le convenienze e le disponibilità in forza della assoluta soggettività. Il criterio della soggettività va sempre compensato è completato con il principio della comunione, cioè della comunitarietà.
Ecco allora che è estremamente importante poter maturare nel discepolo non solo la disponibilità al servizio, nel fare delle cose, nello svolgere delle mansioni, ma a essere servo. Il risciò infatti è di fare delle cose con uno spirito da schiavo e non da uomo libero di servire e per servire ai fratelli.
La terza situazione è l'immagine dei bambini, è la premura, la tutela dei piccoli, dei fragili, degli scartati. Il discepolo, non deve mai dimenticare che la sua sequela di Cristo lo porta inevitabilmente di fronte a questi piccoli, fragili, scartati ... (Profughi, poveri, fuggiaschi, clandestini ... uomini e donne del mondo) ...
È pesante come immagine, ma non rispettare e prendersi cura dei piccoli, dei poveri, degli indifesi, degli scartati, è ferire e oltraggiare Cristo stesso in loro.
Questa immagine non è una provocazione per condannare, ma per generare sempre il superamento delle chiusure egoistiche; un discepolo, deve sempre rinnovare se stesso in questa apertura fiduciosa all'altro.
Grazie Gesù, ogni tanto fai bene ad essere così chiaro.

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