mercoledì 26 settembre 2018

Proverbi 30,5-9 e Luca 9,1-6
Evangelizzazione: ci siamo insabbiati!

Avendo confuso l'evangelizzazione con il catechismo, è ovvio che a fatica comprendiamo lo slancio dell'annuncio della Parola.
Avendo messo sotto cenere la brace viva della Parola, è ovvio giustificare l'annuncio con i progetti pastorali e con la formazione permanente ...
L'evangelizzazione è l'agire di Cristo, attraverso i discepoli; essi sono mandati, inviati per portare la buona notizia della salvezza eterna, per vincere il demonio e per guarire l'umanità ferita. Troppo della vita comunitaria si concentra invece nella conservazione della prassi pastorale. Ma che discepoli siamo? In che cosa è originato il mio essere discepolo? Se d'altronde nemmeno mi lascio toccare dalla Parola del Signore, mai sentirò l'urgenza del Vangelo, quella di essere annunciato. Nella mia identità cristiana oltre al segno del Battesimo devo recuperare la conseguenza di quel segno: l'appartenenza, la vita secondo lo Spirito, come presupposto per il discepolato e per la missione.
Il passo del libro dei proverbi di oggi è bellissimo, è come una apertura tra cielo e terra che congiunge il mistero di Dio ("egli è scudo perché in lui si rifugia") al desiderio del mio cuore ("Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia:tieni lontano da me falsità e menzogna").

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