domenica 2 settembre 2018

Deuteronomio 4,1-8 / Salmo 14 / Giacomo 1,17-27 / Marco 7,1-23
Questione di cuore

Cosa è al giorno d'oggi l'impurità?
Per scribi e farisei, l'impurità era una condizione che si contraeva, quasi come fosse una malattia, una condizione spesso tradotta come stato di immoralità e di conseguenza come disubbidienza ai precetti della legge di Dio, per cui se commetti adulterio sei impuro; se rubi, se sei disonesto, sei impuro ... Tutto corrispondeva al "mi sento sporco".
In realtà il concetto di impurità/purità non ha necessariamente una connotazione fisica o sensitiva; per Gesù, come anche per tutti gli ebrei, la purezza non è moralismo, ma è santità, essere santi come Dio è Santo; e la Santità corrisponde a vivere la vita di Dio in noi.
Quindi, forse non è così strano che Gesù di fronte alle provocazioni su ciò che è puro e impuro tuoni con forza sulla sacralità del cuore e della vita di Dio in noi, esperienza che si manifesta nella fede. È infatti dal cuore che si manifesta il desiderio dell'uomo, un desiderio di amore e verità oppure di menzogna o morte.
Noi non siamo indenni da questa condizione, il nostro cuore è il terreno di battaglia delle nostre contraddizioni e della nostra purità/impurità, cioè della nostra Santità di vita secondo Dio o della nostra disumanità fatta di orgoglio, invidia, idolatria, maldicenza, infedeltà ...
Come discepoli di Gesù non possiamo trascurare di prenderci cura del nostro cuore.
Sam Massimiliano Kolbe diceva che : " ... La vita attiva è la conseguenza della vita interiore e non ha valore se non viene da essa. Vorremmo fare tutto il meglio possibile, con perfezione. Ma se non è collegato alla vita interiore, non serve a nulla. Tutto il valore della nostra vita e della nostra attività dipende dalla vita interiore, la vita dell’amore di Dio ...". La vita interiore è la realtà del nostro cuore.
La cosa assurda è che scribi e farisei pensavano di prendersi cura del loro cuore attraverso tutta quella serie di precetti umani che hanno reso il cuore disumano, trasformando la loro fede nel Dio dei Padri in "imparaticci pesanti da portare e inutili". Tutta una serie di precetti di uomini che hanno svuotato il cuore della vera fede e lo hanno riempito di religiosità e di superstizione: una questione di lavaggi di stoviglie e di mani.
La provocazione di Gesù ai discepoli è evidente: "Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro".
Guardiamo ora a cosa conduce l'incuria del cuore ...
Non è forse mancanza di cura del cuore la condizione di immoralità che si è consumata come dramma della pedofilia; come insabbiamento della verità e responsabilità; come calunnia e intrigo di palazzo, per screditare persino il successore di Pietro, il vicario di Cristo in terra, il servo dei servi di Dio, il Santo Padre il Papa?
Ho usato tutti i titoli proprio perché nel nostro cuore dobbiamo mettere tutto ciò che corrisponde alla persona del Papa per amarlo e sostenerlo. Perché oggi e sempre, Lui rappresenta l'unità e la comunione, rappresenta la fedeltà e la tradizione, rappresenta l'amore di Cristo per la Chiesa e la passione di Dio per l'umanità. 
È diabolico, in questo nostro contesto storico, tessere intrighi per screditare e decapitare la Chiesa nella persona che lo Spirito Santo ha posto alla sua guida.
Educate il cuore significa mettere ancora e di nuovo le verità scomode del Vangelo al centro della nostra conversione personale.
Ecco che allora che è scomodo parlare di uomo e donna, è scomodo parlare di famiglia ed è scomodo parlare di educazione alla sessualità e affettività ...
È scomodo perché il nostro è il tempo della contro cultura cristiana - perché di questo si tratta -, non siamo di fronte a un nuovo mondo di valori a una nuova civiltà (almeno l'Illuminismo e la rivoluzione francese promuovevano valori umani universali); oggi siamo solo di fronte alla cultura del disvalore, dell'egoismo e dell'indifferenza; oggi è di moda la cultura che promuove l'insignificanza cristiana; ebbene oggi è scomodo e faticoso sostenere la santità della famiglia, dell'amore di un uomo e di una donna come sacrario della vita; è scomodo parlare di maturità affettiva e responsabilità sessuale, di fronte alla più facile uniformità sessuale e uso e consumo del sesso in tutti i suoi aspetti legati alle possibili relazioni umane.
Ed è ancora più scomodo parlare di accoglienza; per questo dobbiamo distinguere tra uomo e uomo, tra profugo è rifugiato, tra richiedente asilo e clandestino ... Ma questo è solo un modo politico per salvare la faccia di fronte alla frattura che si è generata nel nostro mondo tra paesi poveri e paesi ricchi, tra paesi del vecchio continente - schiavisti e colonialisti - e paesi sfruttati e umiliati per millenni. Certamente come cristiani non possiamo in coscienza tollerare che in nome di Cristo si affermino delle ingiustizie e delle discriminazioni tra figli di Dio, tutti siamo figli fidi Adamo ... Anche se uno è italiano, o europeo e uno è nigeriano o africano ...
"Maria donna dei nostri giorni, che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo. rendici consapevoli che, sotto le mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi, si nasconde il Re. Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza. Gli stessi occhi che avesti tu, quel giorno. A Cana di Galilea." (Mons. Tonino Bello)

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