martedì 1 ottobre 2019

Zaccaria 8,20-23 e Luca 9,51-56
Di te si dicono cose stupende città di Dio ...

L'ultimo pellegrino "fai da te" che è andato a Gerusalemme, tornato mi ha chiesto: "ma come facciamo ad essere certi che Elena - madre di Costantino - abbia trovato realmente i luoghi della crocifissione, morte, sepoltura e risurrezione di Gesù, e non se li sia inventati? Innanzi tutto bisogna predisporre il nostro cuore e la nostra mente a capire che Gerusalemme è ben più di una città, più di una città Santa. Gerusalemme è segno e sacramento della dimora di Dio, un "briciolo di Dio" nel marasma del mondo. Un lampo di luce nelle tenebre della notte; il porto sospirato di chiunque viaggia in cerca del dimorare in Dio. È in questa prospettiva che Gerusalemme diviene "la città del nostro Dio, Dio l'ha fondata ore sempre!"
Nel l'orizzonte della città di Dio si condensano le speranze e la storia del popolo di Israele, ma anche di tutti i popoli: "Così popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a cercare il Signore degli eserciti e a supplicare il Signore".
In un intreccio stupendi di vita, leggende e storia, si drive il passato, il presente e il futuro della città di Dio, e l'eco delle narrazioni apre alla comprensione dei segni della presenza di Dio. Per cui la testimonianza della prima comunità cristiana, le tradizioni orali dei racconti della tomba di Adamo nel giardino della grotta, servirono ad Elena per individuare i luoghi della passione e risurrezione. Ma lo stesso Vangelo ci testimonia come il sale a Gerusalemme di Gesù è salita al calvario, e insieme la trasfigurazione del volto che traduce tutta la conformazione di Cristo al mistero di amore del Padre, per poter generare la redenzione dell'uomo a partire dalla sua stessa vita. Non c'è più alcun tentennamento, a Gerusalemme appartiene il mistero della redenzione. Elena, quindi, si è lasciata condurre dalla stessa ferma decisione di Gesù di dimorare pure Lui, "nella città del grande Re", e ne ha trovato le tracce di un passaggio umile, umiliante e glorioso.

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