mercoledì 16 ottobre 2019

Romani 2,1-11 e Luca 11,42-46
Infuria la polemica ...

All'immagine di Gesù mite, buono è sempre accogliente che in un certo modo si è determinata, il Vangelo ci riporta a una immagine combattiva e forte di un Gesù che non si lascia dominare da convenzioni, ipocrisie e interessi di parte.
Gesù assume in pieno e vive la proposta del Vangelo; egli non ha remore nel mettere in evidenza la fragilità e doppiezza che può abitare nel cuore dell'uomo.
Gesù non rimprovera dei discepoli, in questo passo di Luca la "contrapposizione" o meglio la rivelazione dell'ipocrisia è rivolta ai farisei e dottori della legge. È un dato acquisito infatti che all'osservanza scrupolosa della legge, corrispondesse solo un atteggiamento esteriore di formalità, ma per molti di loro la vita reale era altra: il lusso e la ricercatezza delle case, del vestire, del mangiare, al modo della cultura romana e greca, era entrato nello stile quotidiano della loro vita. Questa doppiezza urtava il popolo, che da una parte doveva subire una pesante occupazione e dall'altra vedeva i propri capi vendersi compiaciuti alla potenza occupante. Gesù non si limita a smascherare l'ipocrisia, ma a rilanciare lo stile nuovo del "regno dei cieli". Ecco che nei vari "guai a voi", si supera il livello della rivendicazione per esaltare e recuperare quello della proposta di un nuovo progetto di vita:
- cercare e confrontarsi con ciò che è la giustizia;
- sforzarsi nell’amore di Dio (e del prossimo), forzare la misericordia;
- mettersi all'ultimo posto per vivere la "periferia" dell'umano;
- contagiare con il meglio di noi;
- condivisione della realtà e le sue fatiche, non generare le fatiche al prossimo.

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