giovedì 3 ottobre 2019

Neemia 8,1-12 e Luca 10,1-12
L'ascolto genera l'identità di popolo.

L'autorevolezza di Esdra garantisce la relazione del popolo rispetto al Libro. Il "popolo" si riconosce tale perché Esdra lo convoca per ascoltare la proclamazione del Libro. Ecco che uomini e donne, e quanti erano capaci di intendere, tutto il popolo tendeva l'orecchi al libro della legge: "popolo in ascolto". La legge diviene in forza dell'ascolto fonte della conoscenza, della moralità e da commozione del popolo stesso: "Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge."
Da questo momento di Ascolto, il popolo acquista identità, cessa di essere un aggregato per divenire un corpo unico; cessa di essere esiliato perché trova una stabile dimora nel Signore: "il popolo aveva compreso le parole che erano state loro proclamate".
Ascoltare la parola, meditare la parola, pregare la parola ... È da questa nostra e personale disponibilità che si genera l'identità, si genera il popolo di Dio. Ed è dell'identità dell'ascolto che ci manifestiamo come missione di annuncio della Misericordia di Dio Padre: se siamo popolo di Dio, siamo infatti un popolo salvato da Cristo; segno di salvezza per tutti i figli di Dio. Il popolo di Dio, la Chiesa di Cristo, non è quindi la multinazionale della fede, ma la condizione di possibilità per l'uomo di riscoprirsi figlio di Dio, amato è chiamato alla vita eterna: sua piena felicità.

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