martedì 15 ottobre 2019

Romani 1,16-25 e Luca 11,37-41
Attenzione a chi inviti ...

Imprigionato negli obblighi della purità legale, la vita del fariseo osservante è tutta una preoccupazione circa la sua purità e impurità ... Tutta la sua vita è un continuo rincorrere una purità che può venire meno con un semplice contatto, una semplice distrazione. Ma l'evangelista Luca ci ha già dato elementi sufficienti per osservar, per guardare non se Gesù si lava le mani, oppure no - infrangendo le leggi di purità - ma come Gesù sia [il di] più della sapienza degli uomini (di più di Salomone); sia [il di] più del segno di Yhwh (il di più di Giona). Accogliere il maestro nella propria casa significa disporsi a vivere il Vangelo, non ad accostarlo semplicemente alla propria sapienza o alle memorie di una religiosità passata. Vivere il Vangelo libera dall'ipocrisia della religiosità bigotta e legalista.
Non posso invitare Gesù per perdermi nell'osservare ciò che fa e per ciò che propone! Avvicinarmi a Gesù significa lasciarlo entrare dentro la vita, non trattenerlo all'esterno per una "pulitura di piatti", accontentandomi di una vita nella superficialità. Gesù smaschera la mia vita superficiale, chiedendomi di andare oltre l'ipocrisia apparente. Egli mi invita a prendermi cura del cuore, dell'interno, dove scoprirò che esiste Dio; dove la "lampada" è luce di giustizia e di amore. In ciascuno di noi c'è un piccolo fariseo che è lentissimo a morire; c'è il nostro fratello maggiore, e il giusto che non ha bisogno di conversione; il Vangelo di Luca sembra proprio scritto per convertire il piccolo fariseo, il fratello maggiore, il giusto per definizione. Ma Gesù ama proprio il fariseo, il fratello maggiore è il presunto giusto; con il suo stile di vita mi chiede di fare altrettanto. Questo stile nuovo è il passaggio dalla legge al Vangelo, dalle lavature di mani, piedi e stoviglie, all'amare prima di tutto! Ho invitato Gesù a casa mia, attenzione perché non posso più essere un normale fariseo!

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