giovedì 21 novembre 2019

1 Maccabei 2,15-29 e Luca 19,41-44
Gesù pianse amaramente ... Gesù è coinvolto!

Il contesto del Vangelo di Luca è l'ingresso esultante a Gerusalemme, quando scendendo dal monte degli ulivi, Gesù e i discepoli si apprestano a varcare le porte di accesso alla città, o verosimilmente stanno per entrare nel Tempio. Ma proprio avvicinandosi, prima di entrare città - cita il Vangelo -: "vedendo ma città pianse su essa ..."
Il pianto del Signore assomma l'affettività e la commozione, come anche la comprensione degli eventi della storia che da lì a pochi decenni avrebbero trovato compimento. Ora in questa pienezza, in questa rivelazione del "... benedetto il veniente, il re in il nome del Signore, in cielo pace e gloria nelle altezze", il pianto di Gesù è per Israele, per il suo popolo. Egli piange perché non riconoscono la pienezza di rivelazione e di vita che è data in quel giorno! È Dio che piange, piange come ogni ebreo che vedendo la città fa memoria della predilezione di Dio; piange ricordando gli eventi della storia di salvezza;piange le proprie tradizioni, le radici, i propri padri. Ma non sono lacrime di disperazione, sono lacrime di commozione. Sono le lacrime di chi si sente arrivato a casa dopo un lungo viaggio; sono le lacrime di chi si sente accolto nell'amore sperato, l'amore del Padre misericordioso. Gesù piange da solo, la città sembra completamente indifferente alle sue lacrime. Essa non comprende, non conosce ... Gesù piange perché non si sente riconosciuto e accolto. Israele non accetta il re mandato nel nome de Signore, ma questo è il mistero della salvezza che sta per compiersi. Gesù piange commosso, il mistero che pienamente lo coinvolge.

Nessun commento:

Posta un commento