mercoledì 27 novembre 2019

Daniele 5,1-28 e Luca 21,12-19
Numerato, pesato, diviso

"Numerato, pesato, diviso", questa è l'interpretazione che generalmente viene attribuita alle tre parole in aramaico antico, scritte dalla mano sul muro davanti al re di Babilonia, Baldassar; parole che danno il senso della scrittura: "Mene: Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto fine; Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente; Peres: il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani".
Senza voler giungere a interpretazioni catastrofiche, questa triade può essere adottata per il discernimento della vita di ciascuno di noi. I nostri giorni non sono eterni, ma la vita rappresenta lo spazio dell'esistenza, dove siamo posti con la nostra domanda di consapevolezza e di fine: "che senso e quale il fine dei miei giorni? - Mene -"; ogni mio alito di vita, anche se mi sembra un nulla non è indifferente per Dio: "sono prezioso ai suoi occhi - Tekel-"; la nostra esistenza è un vero spazio di libertà e di responsabilità: " siamo dentro il divenire della storia di salvezza - Peres -".
Oggi, risuonano con forza le Parole del Vangelo: "Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita". Nessuna evidenza della realtà presente, si può ritenere come un assoluto; nessun giudizio nella storia umana rappresenta l'esperienza di definitività. La parola di Dio introduce quel "capello" come forza dirompente rispetto a tutte le nostre certezze: la piccolezza e la fragilità della fede è ciò che da consistenza alla perseveranza per la salvezza.

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