sabato 2 novembre 2019

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
Giovanni 6,37-40
La vita eterna


Erano tutti dei "creduloni" i nostri vecchi che facevano celebrare messe in suffragio dei defunti; tutti creduloni che per paura della morte si aggrappavano a una consuetudine religiosa, oppure erano veramente animati dalla fede nella vita eterna e nella risurrezione al punto che per sentirsi parte di quel desiderio introducevano anche se stessi nella celebrazione del suffragio?
Oggi la morte è una esperienza tombale, cioè definitiva senza appello per la stragrande maggioranza delle persone e anche per una buona parte dei cristiani.
Premetto una differenza, perché chi non crede la vita eterna e la risurrezione della carne non può più dirsi cristiano.
Oggi con il nostro stile di vita abbiamo ucciso il cristianesimo sprofondandolo nella ideologia del personale credere/non credere, tutto è uguale e non importa, perché non cambia nulla e la morte non mi appartiene perché morire significa "nulla" e nel nulla cosa importa ... Tanto alla fine non si esiste. Allora tutto si scommette sul presente e su una vita ancorata alla caducità, alla realtà presente e all'esperienza del contingente.
È talmente forte questo convincimento che anche i bambini, i ragazzini dai 6 ai 12 anni, già sono predisposti in questo senso. A loro, pur mandandoli al catechismo, esperienza marginale della vita, perché si chiede solo di farla breve e di arrivare presto ai sacramenti, ma nulla è lasciato della speranza cristiana: "don Fabio, io ormai non credo più in Dio, perché visto che dopo la morte non c'è nulla, non sento proprio nessun desiderio di Dio, e senso di Dio, non saprei proprio cosa farmene (ragazzino di 1 media)". Ecco che cosa siamo stati capaci di educare come comunità, come famiglie "cristiane" di oggi. Ecco, con i nostri discorsi, i nostri esempi critici verso la Chiesa, con in nostri comportamenti sempre in contrasto per non dire in conflitto con le proposte della fede siamo stati capaci di generare: l'ateismo a 11 anni!
Educare alla fede è educare al mistero di una vita che si apre al Signore risorto è vivo, non al mistero di una morte tombale che chiude tutto nell'abisso del nulla di senso e di significato. Come sono dissonanti anche oggi le parole del Vangelo, pur nella loro pienezza e bellezza, sono dissonanti rispetto allo smarrimento drammatico della speranza: "Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno".
Oggi siamo qui ancora in un certo gruppo, a dire con la nostra presenza, che questi morti non sono morti per il nulla di senso, ma che la loro morte è attesa di eternità e di risurrezione. Oggi siamo in un certo gruppo, un gruppo che negli anni sempre più si va assottigliando, e guardiamoci bene attorno, saremo sempre meno perché non c'è un desiderio di eternità che motiva il legame e il ricordo dei nostri cari.
Oggi è la prassi dell'archiviazione in tempi brevi e facili, per cui alla morte corrisponde la dimenticanza ... Altro che il ricordo e il suffragio nella Messa, nel pane spezzato che è partecipazione al mistero di morte e risurrezione di Cristo.
Ma d'altronde come sarebbe possibile diversamente se per oltre il 93% di questa parrocchia la Messa rappresenta una esperienza noiosa, da scartare da evitare, e che diverse "mamme" ai loro figli insegnano che "don fabio si sbaglia, noi alla domenica a messa non ci dobbiamo andare ...".
Alla luce di questo non stupiamoci se l'unica Messa che viene celebrata per i defunti è quella del funerale, quando dalla agenzia funebre viene chiesto: "volete portarlo in chiesa oppure al cimitero direttamente? Ovviamente portarlo in chiesa ha un costo aggiuntivo ... È tutto il mistero cristiano viene pesato a suon di moneta ...
Ecco il suffragio dei defunti diventa un punto economico in aggiunta al funerale, non una necessità ed espressione della fede.
Eppure spesso ripetiamo: credo il perdono dei peccati, la vita eterna, la risurrezione della carne ecc... e il giudizio di Cristo nel mondo che verrà! Amen!

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