sabato 30 novembre 2019

Romani 10,9-18 e Matteo 4,18-22
Sant'Andrea Apostolo
Cuore e bocca

La prima lettura è un vero gioiello letterario, una stupenda descrizione delle conseguenze della fede viva: cuore e bocca! Con il cuore si crede e con la bocca si fa professione di fede. La fede nel cuore è forza, consolazione è pienezza di vita, e se è questo, "nessuno sarà deluso"; la fede è antidoto alla delusione! La fede sulla bocca è testimonianza perché agli uomini sia possibile invocare il nome del Signore. "Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?"
In quel camminare lungo la riva del lago di Galilea, Gesù, a cercato prima di tutto lo sguardo di alcuni amici, qualcuno che volesse vivere con lui, non semplicemente una proposta è un progetto di vita, ma proprio una amicizia e una fraternità. Il Dio fatto uomo, non è esente dal desiderio di un affetto ricambiato, e questo non significa minarne la sua perfezione e trascendenza. L'affetto, l'amicizia e la fraternità altro non sono che la manifestazione umana della carità eterna e universale da cui ogni "cosa" trae esistenza e vita. Gesù cammina lungo il lago, ricercando prima di tutto chi è disposto a ricambiare il suo affetto, la sua amicizia, la fraternità insieme a Lui. Gli apostoli, sono in questo senso intimi, perché non sono solo i primi a seguire, ma proprio perché si mettono nella sequela sono amici che restituiscono al Signore lo spazio del loro cuore, vivendo insieme a Lui l'esperienza della fraternità. Ed ecco che si riempirono i loro cuori e la bocca diviene capace di testimoniare.

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