sabato 16 novembre 2019

Sapienza 18,14-16.19,6-9 e Luca 18,1-8
Non dubitiamo della giustizia di Dio!

Noi gridiamo e non udiamo alcuna risposta! Per questo la nostra fede vacilla, ogni giorno crolla e tu al tuo ritorno non la troverai.
Non udiamo perché gridiamo al cielo la nostra fragilità, la nostra disumanità, la nostra delusione ed esclusione, la rabbia per essere in un mondo in cui non volevamo esserci ... e così ci siamo coinvolti nell'ingiustizia!
Ecco, chiediamo giustizia ogni giorno, ma Tu sembri lontano, assente, come il giudice del vangelo, fai finta di nulla, anzi a noi sembra che il nostro grido, quasi ti indispone, ti infastidisce.
Dio: Non bisogna mai smettere di pregare, di chiedere giustizia, perché quel grido prepara la strada, la mia strada per raggiungerti, per il Verbo mia Parola vivente. Nel chiedere con insistenza si custodisce la perseveranza e la necessità.
Persevetanza della vedova che non trascura ciò che è essenziale, la relazione certa con il suo Signore.
La necessità che dimostra l'irrinunciabile giustizia come compimento della volontà di Dio.
Il giudice iniquo, gli fede giustizia perché non continui a gridare fino alla fine ... Oppure anche come fine di tutto...
Il grido della vedova è strada al compimento ma ciò che chiede si realizza nella volontà del giudice: "la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile."
Al nostro grido, giorno e notte, Signore sei giudice giusto dei tuoi eletti!

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