sabato 23 novembre 2019

1 Maccabei 6,1-13 e Luca 20,27-40
I figli di questo mondo e i figli della risurrezione.

Per i sadducei che non credono nella risurrezione dei morti, tutto è codificato è detto  attraverso la Legge, per cui all'osservanza delle norme corrisponde l'essere nell'alleanza e nella fedeltà di Yhwh; è come se la nostra esistenza fosse garantita attraverso la fedeltà alla Tora. I figli in questa prospettiva sono il segno evidente della fedeltà di Dio. Adamo genero Caino, Abele, Sett ... Ad Abramo, Yhwh promette una discendenza numerosa come le stelle del cielo ... Il figlio propone il segno della fedeltà alla promessa di Yhwh. Ecco perché è così importante che a quei sette fratelli sia data una discendenza ... Ma quella discendenza è un segno della carne, essa genera figli secondo la carne, genera figli di questo mondo, che prendono moglie e prendono marito e non sono come gli angeli.
La risurrezione di Cristo, l'unico figlio della carne che non è di questo mondo, ci introduce nella possibilità: la nuova nascita che è la generazione dallo Spirito Santo, così come Gesù stesso suggerisce/rivela a Nicodemo (maestro ed esperto della Legge). Chi nasce dall'alto, non è più figlio di questo mondo ma "quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio". Non siamo più figli di una Legge che ci garantisce/procura la vita nel tempo, ma siamo figli di Dio, “... Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui".

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