lunedì 30 dicembre 2019

1 Giovanni 2,12-17 e Luca 2,36-40
Non scontati ... Tempi di attesa!

Dopo la nascita di Gesù, tutto si immerge nella più assoluta dimenticanza. Alla lettura dei Vangeli, ci sembrava che quegli avvenimenti così densi di straordinario mistero, avessero il compito di spezzare la trama del tempo e dilagare come novità e pienezza. Ma all'opposto delle nostre aspettative, tutto sembra di punto in bianco eclissarsi dietro la vita dimessa è normale di un villaggio di montagna, della Galilea chiamato Nazareth. L'unica indicazione che ci rimane ieri questo "tempo" è: "Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui".È il tempo di una attesa densa di dinamismo, non è un tempo vuoto, ma è progressivamente riempito dal bambino che cresce, e con lui giunge a pienezza il dono per l'umanità della sapienza e di ogni grazia. Nazareth cessa di essere uno sconosciuto villaggio di pastori per assumere il ruolo di compimento delle profezie: "lo si chiamerà nazareno".
Questa attesa che siamo invitati a rivivere dopo i "fasti" splendenti del Natale, ci recupera alla distrazione del mondo, a quell'amore per il mondo e per le cose del mondo che ci preclude l'amore per Dio e l'amore di Dio. Anche noi siamo immersi in una Galilea, siamo nel tempo della piena manifestazione del Signore. Questa attesa non deve riempirsi di vanità, di concupiscenza e superbia, ma del cercare di essere noi stessi parte e artefici della volontà di Dio: "... ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!"

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