venerdì 20 dicembre 2019

Isaia 7,10-14 e Luca 1,26-38
Quando la scrittura racconta ...

L'evangelista Luca ha raccolto testimonianze e memorie di tutto ciò che accadde circa Gesù, e ha poi riordinato tutto in modo da darne un senso compiuto ... Questa è l'opera redazionale di un autore, ma a questo punto, cosa c'è di diverso tra la narrazione del Vangelo e quella di un romanzo come i "Promessi Sposi" del Manzoni? Entrambi narrano la vicenda umana che si intreccia con la provvidenza misericordiosa di Dio. Per noi che leggiamo/ascoltiamo il Vangelo, quella scrittura non è solo una narrazione, ma è un mezzo, uno strumento scelto, umanamente comprensibile e interpretabile; uno strumento legato alla capacità umana di raccontarsi e di comunicarsi; uno strumento soggetto alla trasformazione culturale e al progresso esistenziale di cui l'uomo è pure artefice; ebbene questo strumento è scelto da Dio come possibilità del suo rivelarsi, del suo essere efficacemente presente nella realtà. Una presenza in senso pieno, e non solo come evento puntuale nella successione del tempo e della storia. Ecco allora che la lettura/ascolto di queste pagine va collocato all'interno del nostro modo di stare e intendere l'ispirazione delle Scritture. Le scritture sono uno strumento della volontà di Dio! Non sono quindi una semplice narrazione e neppure un racconto pedagogico o a sfondo etico/morale; ma ci accostiamoci - per loro mezzo - al "mistero" di Dio in veste narrativa.
La mia parola in entrata oggi è: "avvenga".

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