martedì 24 dicembre 2019

Isaia 9,1-6 e Luca 2,1-14
È nato ... (Messa della notte)

Partirei proprio dal Vangelo di Luca per inserirmi nella narrazione degli avvenimenti della nascita di Gesù, e in particolare da quella sintesi annunciata dagli angeli di tutto ciò che accadde quella notte a Betlemme: "è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia".
Il Vangelo dice ricordo di quella notte, ci dice la tenerezza misericordiosa di Dio, il suo abitare ancora, nonostante tutto tra noi:
- nel nostro ricordo, quasi una stupenda nostalgia;
- nel nostro cuore cioè al centro della vita, come una necessità esistenziale.
Sono queste esperienze di molti di noi, ma non più di tanti.
In troppi, infatti, si è affievolita la fede, in troppi le scelte di vita personale che non trovano corrispondenza nello spirito cristiano, esprimono un esodo di Dio dalla vita.
Al tempo del suo avvicinarsi, al suo avvento, oggi spesso corrisponde l'esilio da Lui. Un esilio provocato dalla nostra libertà e dalle nostre scelte, che traducono una incoscienza cristiana, una non Fede circa la venuta nella carne del figlio di Dio.
(...) Ecco, non siamo più capaci di custodire il dono della fede in quel bambino nato per noi, riducendo la fede a una brutta religione e insegnando cose che non generano più pienezza di vita e relazione col mistero ... Si è infranta la relazione affettiva con quel bambino nato a Betlemme ...
Dio è nato nel tempo e la sua nascita trasfigura ogni secolo e ogni tempo, ecco allora che "PER POTER NASCERE E VENIRE NEL MONDO, DIO, DEVE NASCONDERSI IN QUESTO NOSTRO MONDO ... 
Egli è qui presente nelle lividure e nelle ferite di questa nostra società opulenta è distratta; avanzata e schiava della tecnologia; moderna e ugualmente ingiusta ... Eppure Dio non cessa di essere presente e di coinvolgersi con noi. Dio entra nel tempo con la sua irrilevanza, ma è una irrilevanza che provoca il "Cambiamento" ovvero alla "Conversione". 
Papa Francesco solo venerdì scorso ha affermato:
La nostra “non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca”. Lasciamoci interrogare dalle sfide del tempo presente, con discernimento e coraggio, piuttosto che farci sedurre dalla comoda inerzia del lasciare tutto com’è.
E cita il cardinale Martini che, sul punto di morte, affermò: “La Chiesa è rimasta indietro di duecento anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio? Comunque la fede è il fondamento della Chiesa. La fede, la fiducia, il coraggio. [...] Solo l’amore vince la stanchezza”.

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