martedì 17 dicembre 2019

Genesi 49,2.8-10 e Matteo 1,1-17
Nato attraverso la carne.

Proprio ieri, un ragazzo, mi raccontava come nella sua classe ben pochi conoscono realmente la storia raccontata nei vangeli, e che forse solo lui, nella sua classe, crede a Gesù nato da Maria. Nelle nuove generazioni il disinteresse e l'indifferenza religiosa è frutto del razionalismo scientista che bolla la categoria "mistero" come una favola di tempi antichi. Questo è il frutto esplicito del nostro percorso di iniziazione alla fede, arrivare a negarla in forza della ragionevolezza. Via preferenziale al paganesimo di ritorno. Ma proprio questo che sembra un limite insormontabile, si mostra come originalità dell'esperienza della fede: non si può credere se non attraverso una esperienza di Dio che si origina a partire dall'esistenza, esperienza del corpo, del cuore e della mente. Come sono belle le letture di oggi: la benedizione di Giacobbe che rivela la volontà di Dio rispetto a un cammino di redenzione e salvezza che non è un atto soprannaturale, ma che partecipa la grazia di Dio alla genealogia umana. Una profezia che si iscrive nella carne. Così anche il Vangelo, la prolungata litania delle generazioni riempie la nostra umanità dell'eco eterno del mistero. La carne dell'uomo, veicola e rivela la gloria dell'onnipotente, e questo a partire dalla sua piena condizione di fragilità. Forse una certa "scienza" non tollera la fragilità umana!
La mia parola in entrata oggi è: "genealogia".

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