domenica 8 dicembre 2019

Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
Tra il non temere e il trovare grazia ...

In questa festa della mamma di Gesù, i cristiani vogliono raccontare un fatto che per molti, tantissimi uomini, è completamente fuori dalla realtà: Maria è una ragazza, buona, bella, innamorata di Giuseppe, e soprattutto senza peccato, cioè il suo cuore non ha mai aderito al male. La sua vita non è mai venuta a compromesso con la disubbidienza alla volontà di Dio che coinvolge tutti noi; la sua natura umana ha goduto di un dono particolare, quello di essere come se fosse stata fatta da Dio nel paradiso terrestre, una esistenza toccata dall'amore di Dio, e quindi una vita che si realizza amando. Questo significa immacolata, cioè senza macchia ... macchia è come dire peccato.
Maria era talmente "bella" - in senso pieno - che Dio l'ha pensata così per diventare uomo. Chi, se non una come Lei,  poteva prendersi cura di Dio quando è stato concepito nel suo grembo, quando è nato nella stalla, quando bambino è cresciuto a Nazareth, quando grande ha lasciato il suo villaggio percorrendo la Galilea, la Samaria e la giudea ... fino a Gerusalemme? Maria si è sempre presa cura di Dio; di Gesù suo figlio.
Ecco che con uno sguardo di estrema sapienza, riconosciamo che Maria, madre del figlio di Dio altissimo, partecipa alla volontà di Dio e nella sua esperienza terrena si fa carico di quella premurosa custodia del figlio di Dio e con lui della creazione stessa in cui il figlio si fa uomo. Come "Maria, la madre che ebbe cura di Gesù, ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Così come pianse con il cuore trafitto la morte di Gesù, ora ha compassione della sofferenza dei poveri crocifissi e delle creature di questo mondo sterminate dal potere umano" - ci ricorda il papa nella "Laudato sì".
Maria si prende cura di questo mondo ferito, non per fagli il compianto, per spargere lacrime di dolore e tristezza, ma per chiamarci alla responsabilità di collaborare come ha fatto lei all'opera di Dio. Il creato, infatti, è pieno del mistero di Dio, e proprio attraverso le vicende più semplici e prossime di coloro che Dio sceglie come strumenti della sua salvezza, ci pone di fronte a un esempio di come prendercene cura realmente. Se il timore è la paura corrispondono al dramma della creazione a seguito del peccato - "... Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato" -; trovare grazia corrisponde al ricordate, al mai dimenticare, il senso profondo e il fine di verità che è racchiuso in tutto ciò che esiste e che si trova anche nel cuore di ogni uomo: " In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato".
È in questo mistero, racchiuso nel tempo, che con uno sguardo sapiente sappiamo riconoscere le tracce dell'agire di Dio e il modo di corrispondere alla sua volontà, che altro non è che il bene di tutta l'umanità: "In lui siamo stati fatti anche eredi ...", cioè fatti come figli amati e voluti per una pienezza di vita.
Corrispondere alla volontà di Dio, permette di collaborare e costruire nell'oggi la salvezza promessa, attuata e realizzata in pienezza in Gesù, in forza del suo nascere da Maria e del suo farsi uomo come noi. È questa storicità che riveste Maria di una singolare efficacia e intercessione. Santa Maria, madre di Dio prega per noi ...
La mia parola in entrata di oggi è: "grazia".

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