martedì 11 agosto 2020

Ezechiele 2,8-3,4 e Matteo 18,1-14
Nessuno si deve perdere ...

Questa è la volontà del Padre che è nei cieli: "... che nulla sia perso!"
La tenerezza di Dio si dilata dall'attenzione e premura verso i piccoli del regno, fino ad essere un quasi un gesto sconsiderato, fuori da ogni ragionevole possibilità.
Questo Dio che ci propone Gesù è un Dio molto diverso dal solito Proposto o immaginato! Non è il Dio della presenza ineffabile, che abita il Santo dei Santi; non è il Dio a cui offrire profumo o incenso; non è neppure il Dio delle promesse fatte ai padri, colui che fa della sua premura un patto di fedeltà e di amore ...
Gesù ci porta di fronte al cuore di Dio, immergendoci in un abisso di tenera paternità.
Non c'è più spazio alla immaginazione ... Di fronte ai pensieri che affollano a nostra mente, di fronte alle mille spiegazioni che ci possiamo dare per soddisfare il nostro senso morale, Gesù pone questo Dio ci è assoluto, è amore che ci comprende e se siamo sinceri, ci stravolge. È il Dio dei piccoli e di coloro che sono come i bambini, e che si possono permettere di vedere Dio faccia a faccia;  è il Dio che si compiace dell'innocenza e che si erge a difendere i piccoli dallo scandalo di questo mondo. È il Dio che non vuole, non tollera o giustifica lo smarrimento. Questo Dio di tenerezza sembra una rilettura delle nostre fragilità ... Ma forse non è questa la suggestione più bella che Gesù ha condiviso con noi: "il Padre si rallegrerà ...", nell'amarci!
Dio mostra e rivela sé stesso nella gioia che tradisce il suo amore per noi. Ecco in una immagine molto umana, di un l'astore folle, la divina tenerezza di chi è onnipotente! Stupendo!

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