sabato 15 agosto 2020

Ap 11,19;12,1-6.10; Sal 44; 1 Cor 15,20-26; Lc 1,39-56
Solennità di Maia Assunta al cielo
Sappiamo capire il dogma?

Sono passati solo 70 anni da quando la Chiesa, sulla scorta di una tradizione quasi bimillenaria ha inciso solennemente questa verità di fede: "Maria al termine della sua vita terrena è assunta al Cielo in corpo e anima".
I segni della assunzione di Maria al cielo li troviamo a Gerusalemme e sono luoghi che rimandano alla prima comunità cristiana: la tomba vuota di Maria a fianco del frantoio dell'Orto degli Ulivi (dove i testi apocrifi asseriscono: "gli apostoli deposero in quella tomba nuova il corpo di Maria"; e il luogo della Dormizione, al Sion cristiano, dove la prima a comunità dei discepoli di Gesù si era stabilita. Questo fissare nella tradizione l'esperienza della Dormizione di Maria, e il luogo della sepoltura del corpo, testimoniano prima di tutto il ruolo che la madre di Gesù da subito ha avuto nella comunità dei credenti. È da questi momenti che inizia a prendere forma il dogma di Maria Assunta al cielo.
Maria Assunta al cielo, che cosa ci dice questo "dogma" della fede in questo tempo di epidemia virale, che ammorba il mondo intero, in questo tempo di ferie desiderate e volute più di ogni altro anno, proprio per esorcizzare la paura di un male che sta condizionando pesantemente il nostro modo di vivere.
Che cosa stanno vivendo le comunità cristiane oggi, in questo tempo così particolare?
Forse nessuno si sta accorgendo che ormai oltre al processo di scristianizzazione, stiamo facendo esperienza di una tale irrilevanza Cristologica, irrilevanza è cosa diversa dal disinteresse o dalla contrapposizione. Ma in questa irrilevanza anche i dogmi della fede ne sono toccati. Essi divengono realtà difficili da pensare, e sull'onda dell'indifferenza assumono il sapore di una favola ormai lontana nel tempo.
Se l'epidemia virale, ci ha insegnato il distanziamento sociale e il mettere una mascherina protettiva, e vediamo come tutto questo influisce sul nostro modo di vivere (isolamento, timore, diffidenza, mancanza di relazioni significative, paura ...); una esperienza simile si sta diffondendo proprio nella vita di fede dei credenti: distanziamento dalla fede. È in questo distanziamento che possiamo collocare l'irrilevanza dei cristiani nella vita contemporanea. Anche i dogmi della fede subiscono lo stesso distanziamento dalla vita reale e divengono irrilevanti.
Come recuperare il dogma come verità di fede e anche come parte della nostra vita?
Occorre che ci ripartiamo da  Maria, da quella ragazza di Nazareth, innamorata di Giuseppe scelta da Dio per la sua semplicità e umiltà. Questa sua particolare umanità la rende capace di un si’ totale cioè:
- di disponibilità; 
- di dono di sè;
- di affidamento ...
Tutto questo per compiere l'opera di Dio’, essere madre del suo Figlio.
Il dogma nella vita ci propone la stessa triade come modo di dare firma alla nostra esperienza di fede.
La mia disponibilità a vivere la Chiesa e l'esperienza non sempre facile della comunità;
Il dono di me stesso, il non tirarmi indietro, il mettermi a disposizione del bene della chiesa;
Il mio affidarmi, il mio ritornare sempre a Dio anche dopo ogni infedeltà e tradimento.
Solo ripartendo dalla interazione tra umanità e mistero di Dio, tra storia dell'uomo e storia della salvezza, possiamo riappropriarci di questa verità di fede e sentirla come presupposto dl rinnovamento sella nostra quotidianità. 
Ecco allora che il dogma non sarà solo una verità da credere ma una esperienza di vita, vissuta in pienezza in una costante relazione di intimità col mistero.
Sono passati 70 anni (1* novembre 1950) della definizione del dogma dell'Assunzione di Maria, la madre di Dio è segno che il Padre non ci abbandona mai, e ha per noi un destino di pena felicità.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

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